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Allarme della Procura: «La crisi può essere un ottimo affare per le mafie»

Il procuratore reggente Massimo de Bortoli interviene sul caso delle interdittive che hanno bloccato lavori pubblici a Treviso

«La crisi può essere un ottimo affare per i criminali economici, comprese le mafie». Lo ha detto oggi, mercoledì 3 febbraio, il procuratore reggente della Procura di Treviso Massimo de Bortoli.

«Ci possono essere casi - ha detto De Bortoli - in cui imprenditori per bene, alle prese però con le difficoltà di ottenere finanziamenti dalle banche, si lascino incantare dalla sirene di personaggi che sono la testa di ponte della criminalità economica e in particolare delle mafie. E' un problema che si è reso evidente durante il credit crunch seguito alla crisi finanziaria e che diventano più pressanti alla luce delle difficoltà economiche che sono il risultato della pandemia».

« Le mafie - ha proseguito il procuratore reggente -  hanno interesse a entrare con capitali freschi, di origine illegale, nel capitale sociale di queste imprese, per riciclare denaro oppure per altri fini tra cui spolpare il patrimonio e trasferirlo altrove, cioè ad altre aziende che possano essere riconducibili a loro. E' un problema di natura anche sociale perchè le rigidità del sistema del credito consentono alla criminalità organizzata di penetrare il nostro tessuto sociale».

De Bortoli, che da pubblico ministero si è "specializzato" in crimini economici, ha parlato in relazione alla interdittiva emessa dalle prefetture di Padova, Bologna e Treviso e che ha avuto come oggetto alcuni consorzi trevigiani, che hanno portato tra l'altro alla chiusura del cantiere aperto lo scorso giugno per l'ampliamento della scuola elementare "Don Milani" nel quartiere di San Zeno a Treviso.

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