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Alpini, distrutto a Rossosch il cippo che ricorda i caduti della Seconda guerra mondiale

Il presidente del Veneto, Zaia: «Che un simbolo di pace e fraternità, costruito da chi come gli Alpini ha conosciuto la guerra venga sfregiato e distrutto da chi si ostina a portare avanti un’altra guerra è un messaggio terribile»

La follia della guerra che sta attraversando i nostri giorni non risparmia neppure i simboli della pace. A Rossosch, la città russa che fu sede del Comando del Corpo d’armata alpino nel 1942, è stato infatti distrutto e sfregiato col simbolo della Z bianca il cippo che ricorda tutti i Caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Il cippo era stato collocato dall’Associazione Nazionale Alpini davanti all’Asilo “Sorriso”, una bellissima struttura per l’infanzia che ospita 180 bambini, costruita nel 1993 dai volontari alpini e donata alla città in segno di riconciliazione e fratellanza. Sul piccolo monumento si trovavano, stilizzati e sovrapposti, un cappello alpino e la stella simbolo dell’Armata russa, mentre la targa sotto di essi ricordava “Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione”. Un messaggio chiaro e sinora apprezzato dalla popolazione, lieta di far frequentare ai suoi bambini “l’asilo degli italiani” e che ha sempre accolto a braccia aperte le penne nere dell’Ana.

Posizioni nazionalistiche estremiste, ferocemente critiche contro i simboli di pace lasciati dagli alpini si sono manifestate in tutta la loro virulenza in coincidenza con l’inizio della guerra in Ucraina, tanto che nei giorni scorsi anche il Ponte dell’Amicizia costruito sempre dagli alpini a Nikolajewka sul fiume Valuji è stato deturpato con la Z bianca mentre le sagome dei cappelli alpini sono state ricoperte con una lamiera. “Amarezza e sconforto sono i primi sentimenti che provo davanti alle immagini che ci arrivano da Rossosch - ha commentato Sebastiano Favero, Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini – perché penso allo slancio, alla caparbietà e alla generosità con cui i nostri Reduci di Russia avevano voluto realizzare simboli permanenti di pace e fratellanza in quelle terre che erano state funestate dalla guerra. L’Ana – ha aggiunto Favero – è portatrice di messaggi di conciliazione, solidarietà e convivenza civile, che manifesta sempre attraverso interventi concreti, fedele al suo credo di onorare i morti aiutando i vivi. Un’operazione di memoria storica che è fatta soprattutto di uomini, portata avanti pensando sempre alle generazioni future, che non dovrebbero più subire gli errori del passato. Purtroppo la storia fatica ad essere maestra e questo è davvero triste”.

“Che un simbolo di pace e fraternità, costruito da chi come gli Alpini ha conosciuto la guerra, venga sfregiato e distrutto da chi si ostina a portare avanti un’altra guerra è un messaggio terribile che, insieme alla morte di tante persone, una volta di più, ci dice che questo assurdo conflitto deve trovare al più presto la parola fine”. Così il Presidente della Regione del Veneto commenta la notizia dell’oltraggio al cippo in ricordo di tutti i Caduti, costruito a Rossoch dall’ANA. “Quel luogo è testimone dei combattimenti della seconda guerra mondiale – prosegue il Governatore – ma anche di solidarietà, riconciliazione, fratellanza tra coloro che si erano combattuti. Il cippo sfregiato sorge di fronte all’asilo costruito dai volontari delle nostre Penne nere a distanza di mezzo secolo dal secondo conflitto mondiale. Questo sfregio è una ferita nell’animo di tutti coloro credono nei valori della pacifica convivenza. Esprimo tutta la mia solidarietà agli Alpini dell’Ana, certo il loro spirito e la loro forza d’animo saranno pronti a restaurare il monumento quando, come ci auguriamo, anche questa triste guerra sarà finalmente conclusa”.

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