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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Alessandro Arboit: «Il problema non è se riaprire ma come»

Il 1° giugno riaprono, con limitazioni, gli esercizi pubblici. Ma per il titolare del Bottegon di Treviso avvisa: «Se  il governo dirà che gli ammortizzatori sociali verranno meno una buona fetta perderà il lavoro perché aumenteranno i costi»

«Il problema non è se riaprire ma come riaprire. Capite anche voi che per un "bacaro" come è il mio locale non poter lavorare al banco è assurdo». Alessandro Arboit, titolare del "Bottegon" di Piazza Burchiellati è perentorio sulla decisione del governo di aprire i locali pubblici il prossimo 1 giiugno. «Piuttosto di aprire con  limitazioni chi mi faranno ridurre il fatturato e lavorare sotto soglia meglio tenere chiuso» dice. «Mi rendo conto - precisa - che devono essere prese delle misure per limitare il contagio ma come si fa ad immaginare di uscire per andare a bere qualche cosa con guanti e mascherine? Impossibile, al di là di qualsiasi voglia dei trevigiani di tornare ad assaporare un po' di libertà. Mi rendo conto che non posso realizzare assembramenti e che quindi non ci potranno essere eventi che richiamino svariate centinaia di persone ma la mia attività è un bar e come tutti i locali pubblici ha le sue regole».

«Immagino - precisa Arboit - che il 1 giugno riapriranno tutti, costi quel che costi, sperando di recuperare una parte delle perdite di questi mesi. Ma se poi il governo dirà che visto che il settore può aprire gli ammortizzatori sociali verranno meno allora sono convinto che un buona fetta di quelli che oggi hanno trovato una occupazione  nel settore perderanno il lavoro perché aumenteranno enormemente i costi e non ci sarà la possibilità di dare una occupazione a tutti. E se il 1 giugno tireranno se le saracinesche in  tanti a dicembre il 30% chiuderà».

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