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Panevin di Arcade, in 10mila per l'accensione con il presidente Luca Zaia

In avvio sono stati commemorati il sindaco, Fabio Gazzabin e il capogruppo degli Alpini, Florindo Cecconato, scomparsi lo scorso anno. Le due vedove hanno accompagnato il governatore, dando il via allo storio falò

Come nelle attesa degli organizzatori la 56esima edizione del panevin di Arcade, nella serata del 5 gennaio, ha visto un'affluenza di partecipanti da record con almeno 10mila persone che hanno affollato il piazzale intorno al falò. Come da tradizione consolidata degli ultimi anni è stato il presidente del Veneto, Luca Zaia, ad accendere la pira, accompagnato questa volta dalle vedove di due figure simbolo della tradizione del panevin arcadese, il sindaco Fabio Gazzabin, e l'ex capogruppo degli Alpini, Florindo Cecconato, entrambi scomparsi nel corso del 2022. Con loro Rolando Migotto e Alessandra Cendron, attuale capogruppo delle penne nere e la vicesindaca del Comune. Proprio a Gazzabin e Cecconato era dedicato il panevin 2023 che dunque tornava dopo tre anni dall'ultima edizione del 2020: le faville sono spirate verso est, segno di un anno incerto in vista. Qualche lieve disagio si è registrato alla viabilità della zona, con parcheggi stracolmi e code per accedere alla piazza principale, mai così gremita: ottimo il servizio messo a disposizione da protezione civile e polizia locale. In centinaia sono giunti per l'occasione dai Comuni vicini, anche da Treviso dove i panevin non sono stati accesi.

«Difendo la tradizione, il panevin non è l'origine di tutti i mali. Io resto stupito che ci hanno fatto vedere città sommerse dalla polvere pirica e dalla polvere dei botti e nessuno a nulla da dire» ha detto Zaia a margine dell'accensione «e qua sui panevin si fa polemica tutti gli anni: io penso che la risposta sia quella della democrazia: la piazza avrà 10mila persone, le critiche le fanno tutti gli anni e il panevin si fa tutti gli anni».

«Il 2023 dovrà essere l'anno dell'autonomia» ha detto ancora il presidente «A chi portare il carbone della Befana? Io non porto rancore a nessuno». Una chiara allusione alla vicenda-Crisanti.

Per la prima volta sono stati sperimentati nella serata del 5 gennaio, sia nel capoluogo ma anche a Roncade, giochi di luci e led, filmati e altri surrogati della tradizione. Infine episodio spiacevole a Quinto di Treviso, in particolare a San Cassiano, dove il falò è stato acceso nonostante il divieto del Comune. La sindaca Stefania Sartori ha inviato sul posto i carabinieri.

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