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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Atalmi attacca Salvini: "Il vero problema sicurezza è la mafia"

La provocazione del sindacalista trevigiano della Cgil: "Ritirare la cittadinanza a mafiosi e camorristi"

TREVISO “Come sempre il Ministro Salvini, più attento ai selfie e i like su Facebook che all’efficacia della sua azioni, abbandonando buonsenso, rispetto per la Costituzione italiana e per le norme di diritto internazionale, si scaglia contro i migranti nell’alimentare false speranze nei cittadini non combattendo il vero cancro del Paese, la mafia”. Questo il commento di Nicola Atalmi della segreteria provinciale della CGIL di Treviso il giorno dopo l’approvazione unanime da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza.

“Vedremo quanto di quel decreto che mira a risolvere il problema della sicurezza nel nostro Paese sopravvivrà al vaglio del Presidente della Repubblica e delle Camere ma intanto balzano agli occhi due grave contraddizioni - spiega il sindacalista trevigiano -. La prima è che inasprire le norme di riconoscimento del diritto di asilo comporta automaticamente una conseguenza immediata: le persone che non lo ottengono diventano clandestini, non sono rintracciabili, fantasmi, soggetti che non possono lavorare e che possono diventare vittime di sfruttamento e criminalità più di quanto già avvenga ora. Perché Salvini sorvola sul fatto che prima di emanare questo decreto avrebbe dovuto siglare accordi per il rimpatrio con almeno una decina di paesi e che in mancanza di tali accordi non fa altro, appunto, che trasformare i richiedenti asilo in clandestini. La seconda - continua Atalmi - osservazione è che due terzi di questo provvedimento si dedicano a forme al limite della persecuzione a spese dei migranti”.

“Ma per occuparsi di sicurezza fosse stato, invece, il caso di affrontare un piccolo problemino italiano, quella Mafia spa che “fattura” ogni anno 150 miliardi di euro, tanto quanto tutta la Borsa di Milano, e che indebolisce non solo una parte ma ormai tutto il sistema del nostro territorio nazionale? Più facile insomma - si risponde Atalmi - fare il duro contro qualche migliaio di disperati inermi che affrontare il cancro italiano che frena lo sviluppo, erode legalità, muove nella corruzione, uccide e umilia generazioni, diffonde la droga tra i giovani e non solo. Speriamo almeno che la norma che prevede il ritiro della cittadinanza per chi compie reati valga anche per ndranghetisti mafiosi e camorristi - conclude ironico Atalmi”.

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