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Mom, 70 autisti senza Green Pass: corse giornaliere a rischio

Il 15% dei dipendenti dell'azienda di trasporti trevigiana (su un totale di 470 autisti) rischia di non poter più lavorare da venerdì. Impossibile assumere nuovi autisti, alcune corse potrebbero essere cancellate

Nel giorno dello sciopero dei trasporti che ha causato disagi a pendolari e viaggiatori anche in provincia di Treviso (15,02% la percentuale dell'adesione tra i lavoratori di Mobilità di Marca), Giacomo Colladon, presidente Mom, accende i fari sul tema degli autisti non ancora vaccinati.

Come riportato ad "Antenna 3", infatti, secondo Colladon sono all'incirca 70 gli autisti Mom sprovvisti di Green Pass, su un totale di 470 dipendenti. Il 15%, in sostanza, non si è ancora vaccinato e, da venerdì 15 ottobre, rischia la sospensione dal posto di lavoro, con il rischio di mettere in crisi l'intero sistema del trasporto pubblico locale. Ad oggi Mom è in grado di garantire 3500 corse giornaliere, contando servizi urbani ed extraurbani. Se 70 autisti non potranno più prendere servizio da venerdì, le corse con meno passeggeri potrebbero essere cancellate per mancanza di personale. Impensabile, secondo Colladon, assumere nuovi autisti in possesso di Green Pass per rimpiazzare i dipendenti non vaccinati. Da questo fine settimana l'azienda di trasporti inizierà a controllare la validità delle certificazioni e, in caso di Green Pass mancante o non valido, l'autista verrà segnalato.

Il commento di Cgil Veneto

«Mancano 4 giorni all’obbligo di Green pass nei luoghi di lavoro ma, ad oggi, gli enti delle pubbliche amministrazioni non hanno ancora le linee guida di applicazione dei tanti e diversi decreti che si dovranno applicare obbligatoriamente a partire dal 15 ottobre». Ivan Bernini, segretario generale di Fp Cgil del Veneto, inizia con queste parole il suo intervento sull'obbligo di certificazione verde che sarà in vigore da venerdì.

«Sapendo che in assenza dell’obbligo vaccinale il numero di lavoratori del sistema delle autonomie locali che non sono vaccinati e che per poter ottenere il Green pass dovranno sottoporsi al tampone si stimano in circa 20% del totale (dalle 5mila alle 6mila) persone secondo le previsioni più rosee. Dispositivi di prevenzione e distanziamento fisico nei luoghi di lavoro non possono essere né messi in discussione né interpretati da parte di nessuno. In secondo luogo abbiamo verificato la possibilità di applicare con gradualità e buon senso organizzativo le norme; principio sostanzialmente impossibile viste le sanzioni pecuniarie e disciplinari a carico di datori di lavoro e lavoratori nel momento in cui, a seguito di controllo anche a campione, vi fossero lavoratori (interni ed esterni alle amministrazioni) senza Green pass sui quali, peraltro, è prevista segnalazione al Prefetto. Il punto, però, è che chiedere alle amministrazioni di applicare senza deroga alcuna le norme a partire da venerdì 15 ottobre salvo poi non fornirle delle linee di indirizzo definitive segna lo scarto tra coloro che scrivono le norme e coloro che sono chiamati ad applicarle. In questo contesto caotico che conferma che “non è andato tutto bene” come si immaginava ottimisticamente nel 2020 in piena pandemia, si inseriscono, trovandosi a proprio agio, protagonismi e comportamenti che nulla hanno a che fare con i tentativi di “convivenza con il virus” e che generano ulteriore confusione tra le persone. Noi auspichiamo che, martedì 12 ottobre, Regione, Anci, Upi e enti strumentali regionali convochino congiuntamente un tavolo, come abbiamo chiesto di fare, per provare a darci un indirizzo e una regolamentazione omogenea ed uniforme sulle norme. Con o senza linee di indirizzo» conclude Bernini.

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