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Coronavirus, Zaia: «Il Veneto è pronto alla riapertura»

Nel consueto aggiornamento sull'emergenza Coronavirus, il presidente regionale ha parlato di elezioni e degli aiuti per i genitori che dovranno tornare al lavoro e badare ai figli

Continua a rallentare il contagio in Veneto. I tamponi fatti in tutta la Regione sono 286757, 9214 rispetto a mercoledì 22 aprile. 9533 le persone in isolamento, sono 381 in meno di ieri. 1329 i ricoverati, 39 meno di ieri mentre continuano a svuotarsi le Terapie intensive con 217 casi in tutto Veneto. I dimessi sono 2316, i casi positivi 16881, 143 in più rispetto alle ultime 24 ore. I nuovi nati sono 77.

Anche oggi, 23 aprile, il presidente Luca Zaia, insieme all'assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin e all'assessore alla protezione civile Gianpaolo Bottacin ha tenuto l'aggiornamento sull'emergenza Coronavirus dalla sede della Protezione civile di Marghera. «Il Veneto è pronto alla riapertura e questo lo dobbiamo alla civiltà e al rispetto delle regole dei veneti, alle sue strutture sanitarie che sono in grado di rispondere all'emergenza e alla sua storia sanitaria di questi ultimi 15 giorni: di fatto senza un lockdown totale le curve dei contagi dei malati ricoverati anche in terapia intensiva stanno andando giù. Questo non vuol dire che si può abbassare la guardia, ma che tutte le misure prese ci mettono in sicurezza».

Sostegno a famiglie con bambini

Una conferenza, quella di oggi, in cui sono stati affrontati diversi temi, ma uno in particolare è stato sottolineato da Zaia ed è quello dei figli. Si è capito che a maggio si andrà ormai verso una graduale riapertura delle attività economiche, mentre è ufficiale che le scuole resteranno chiuse fino al termine dell'anno scolastico. Il problema per le famiglie sarà dunque quello dell'accudimento dei figli, se entrambi i genitori torneranno al lavoro. Ed è un problema che la Regione ha incominciato ad affrontare. Il presidente regionale ha comunque proceduto con ordine, leggendo prima i dati del giorno sulla diffusione di Covid-19 nel Veneto e poi quelli sulle donazioni alla Regione per fronteggiare l'epidemia. «Siamo arrivati a quasi 36mila donatori e i soldi raccolti sono 55 milioni e 340mila euro», ha dichiarato Zaia, il quale attende insieme agli altri presidenti di Regione il nuovo provvedimento del Governo sulla ripartenza prevista per il 4 maggio. «I nostri dati dimostrano che siamo in grado di affrontare un'apertura dal punto di vista sanitario, che i veneti hanno rispettato le regole e che non c'è stata nessuna ricaduta, nonostante le parziale aperture concesse nelle ultime settimane, anzi la curva dei ricoverati scende. Quindi con i giusti accorgimenti ci possiamo mettere tutti in sicurezza». Luca Zaia ha poi annunciato il confronto di questo pomeriggio tra l'assessore Lanzarin e il mondo della scuola ed ha rivelato di aver scritto una lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte. «Il tema delle aperture non può essere disgiunto dal tema della tutela dei minori - ha dichiarato il presidente del Veneto - Noi ci stiamo attrezzando, pensando ad un sistema virtuoso creato insieme alle scuole paritarie. Ancora non si sa se si potranno fare i centri estivi, però se potessimo organizzare dei centri estivi e se ci fosse la disponibilità ad un'apertura estiva anche delle scuole paritarie riusciremmo a dare un bel sostegno alle famiglie». Ovviamente Zaia parla di quei servizi di sua competenza, quelli per i bambini tra gli 0 e i 6 anni. Dai 6 anni in su, infatti, c'è la scuola dell'obbligo, di competenza statale, ma anche su questo fronte Zaia ha suggerito a Conte di intervenire. «Ho scritto a Conte di pensare ad una diversa modalità di utilizzo degli edifici scolastici per i minori, sempre per dare un aiuto alle famiglie. Perché ce ne sono alcune che riescono a gestirsi i minori, ma penso che la stragrande maggioranza sia in difficoltà. Si potrebbe pensare ad una scuola non più intesa come banchi e ambienti confinati, ma vissuta come una struttura più aperta. Fermo restando che le famiglie vanno sostenute anche economicamente». Tema caldo toccato dalla conferenza anche quello delle elezioni regionali. A chi gli chiedeva un commento sul rinvio deciso dal Governo, Zaia ha risposto: «Elezioni in autunno significa non andare a votare. Non capisco la decisione presa dal Governo di posticipare il voto all'autunno quando è quasi certo che avremo un ritorno del virus e un aumento dei contagi».

Il video della conferenza stampa

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