rotate-mobile
Attualità Sant'Antonino

Bonus psicologo, Cittadinanzattiva Treviso: "Solo una mancia per la salute mentale"

In merito ai bonus psicologo post pandemia, voucher del valore massimo di 600 euro erogati in base all'Isee dei pazienti, Cittadinanzattiva Treviso ritiene si tratti di una misura sbagliata e non condivisibile. "È una mancia che non attutisce i contraccolpi né sul breve né sul lungo termine, in quanto la sanità pubblica per le problematiche e la delicatezza della questione deve essere gestita nell'ambito della salute mentale".

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Cittadinanzattiva Treviso condivide la tesi riportata dal giornale online quotidianosanità.it, "Bonus psicologici solo una mancia per la salute mentale", articolo che sintetizza una conversazione con i professori Massimo di Giannantonio e Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP antica realtà, 100 anni, la maggiore società scientifica di psicologia). I due esperti, tra le altre cose, dichiarano: "I fondi stanziati per i cittadini che faranno richiesta di un sostegno economico, per un aiuto professionale in ambito privato, sono solo una mancia per la salute mentale e una misura non condivisibile perché non creano un ammortizzatore socio-sanitario in grado di attutire nel breve e nel lungo termine contraccolpi della pandemia sulla salute mentale".

Come Cittadinanzattiva siamo pienamente d'accordo. Lo abbiamo detto fin dall'inizio e ci siamo ribellati al coro di "tanatosi" i quali, svegliatesi improvvisamente da un lungo letargo, hanno giustificato la mancia buona per la loro finalizzazione. Noi, invece, siamo convinti che le "mance" siano sempre tossiche per il sistema economico e sociale. Venendo alla sostanza, non vi è dubbio che la pandemia ha inciso non solo sul piano fisico delle persone, ma decisamente, forse più forte, anche nelle problematiche mentali e dei disturbi della persona. Il lungo periodo pandemico, negante ogni ipotesi cosiddetta positiva, sia perché le informazioni erano discordanti, fumose e troppe, sia perché la gran parte della società si regge su equilibri di massa fatti da persone le quali, insieme, pur non condividendo molto, stanno in luoghi comuni e fanno cose che si identificano, come per esempio la moda e il divertimento. La solitudine annulla tutto ed evidenzia la nostra individuale personalità, con la quale non abbiamo più dimestichezza. Quindi le crisi di identità, il panico, lo stress e la paura, hanno sicuramente una forte incidenza sulla salute mentale. In modo particolare questo incide sulle persone che hanno vite sociali per lavoro, scuola e connessi. Meno, forse, per le persone anziane che la loro natura e difficoltà di mobilità, possono aver dimensionato la vita sociale già ante-pandemia. Ho fatto questa premessa perché puntare, come si fa oggi, sul bonus per i giovani, è sbagliato. Loro oggi sono decisamente le vittime delle difficoltà dei grandi, ai quali fanno riferimento per la gran parte della loro vita.

La stampa locale da tempo evidenzia che sono in aumento, anche nella nostra provincia di Treviso, i divorzi e le separazioni. I ragazzi, nel loro ruolo di figli, sono soggetti ingombranti. Molti dei due genitori, per la loro ragione di vita, la sopravvivenza legata al lavoro, non vogliono assumersi l'incombenza della gestione dei figli. Lo stesso dicasi per la scuola. Il luogo più diffuso della loro socializzazione è divenuto "amorfo" alle relazioni sociali. Il dialogo è interrotto e quando vengono giudicati, ciò avviene con verifiche scritte a domande multiple. Quindi, come dicono spesso, oltre alle eventuali scazzottate fra di loro per una forte minoranza, non hanno altri modi di socializzazione e di confronto. E quindi i disturbi della personalità diventano importanti e hanno il sopravvento su tutto il resto. Insomma, occuparsi in modo sporadico del problema dei ragazzi è come dare valore e sostanza al dito che indica la luna, piuttosto che viceversa.

Ecco perché, se si privilegia il "dialogo e il confronto con i ragazzi", come si proclama da più parti, è fondamentale un progetto gestito dalle Ulss territoriali. Sono loro a doversi assumere la responsabilità, che gli spetta per competenza, attivando un progetto con inizio e fine ben determinati, rispettando i tempi debiti. "Le forze insufficienti" - si dice. "Certo, però si potrebbero usare collaborazioni esterne, che sono utili e necessarie. Importante è che la direzione, la progettazione e la gestione di tali progetti di supporto psicologico siano a carico del Servizio Mentale pubblico, in genere di buona qualità, così come succede nella nostra provincia con l'Ulss 2. Peraltro, volendo, c'è anche un esempio concreto realizzato in questi giorni. Si tratta del progetto "AiutaMente" della Regione Lazio: un progetto pubblico, inclusivo delle esperienze private, dal quale si potrebbe trarre spunto.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bonus psicologo, Cittadinanzattiva Treviso: "Solo una mancia per la salute mentale"

TrevisoToday è in caricamento