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Calesso: "Anche Django scopre il gioco della propaganda e Conte preannuncia ritorsioni"

"Cani antidroga, eliminazione di fioriere e di cespugli, richiesta di taser, tutta "fuffa" utile solo a corroborare la vulgata della "tolleranza zero"

Ormai è chiaro a tutti che il frenetico attivismo di queste settimane del Sindaco Conte sul "fronte sicurezza" è pochissima sostanza e moltissima propaganda: "azioni" della polizia municipale, cani antidroga, eliminazione di fioriere e di cespugli, richiesta di taser, tutta "fuffa" utile solo a corroborare la vulgata della "tolleranza zero". E l'utilità è anche quella di stornare l'attenzione da decisioni che incontrano scarso gradimento anche tra agli elettori di Conte, come quella di riempire di ex-candidati nelle liste che lo sostenevano i consigli d'amministrazione delle società partecipate dal Comune.

L'ho già sottolineato in varie occasioni e anche nel consiglio comunale di qualche giorno fa è stato ribadito: per combattere la diffusione degli stupefacenti servono a poco le foto-opportunity del Sindaco con i cani antidroga o gli agenti della polizia locale, qualche arresto o qualche Daspo per gli ultimi anello della catena dello spaccio, quelli che vengono sostituiti con grandissima facilità. Il problema è che la propaganda del Sindaco (come quella del suo leader politico Salvini) non è a "costo zero" perché si accanisce su stranieri, immigrati, richiedenti asilo, identificati come i responsabili principali se non unici del traffico di stupefacenti e della criminalità tout-court.

Questo è l'elemento messo i evidenza ieri dai ragazzi di Django che, una volta di più, hanno scoperto il gioco del Sindaco fatto di "fuffa" mediatica condita gli elementi di xenofobia che hanno segnato la storia del suo predecessore Gentilini (di cui Conte si dichiara orgogliosamente seguace ed erede).

E di fronte a chi contribuisce a evidenziare come il Sindaco in queste settimane abbia impugnato le armi di "distrazione di massa" per stornare l'attenzione dei cittadini dai problemi veri, concreti, quotidiani della città: inquinamento, servizi pubblici insufficienti, abitazioni sotto sfratto...Di fronte a chi lo mette in difficoltà nella sua azione di "propaganda continuata" il Sindaco non poteva che reagire da par suo, ipotizzando effetti dell'iniziativa dei ragazzi di Django sulla convenzione tra il Comune e le associazioni (capeggiate da Open Piave) per la gestione della ex-caserma Piave.

E' ovvio che chi ha in gestione la ex-caserma risponde solo di cosa fa al suo interno e non può certo essere limitato nell'espressione delle proprie opinioni e delle proprie posizioni politiche ma tant'è il Sindaco non ha resistito alla tentazione di "mostrare i muscoli", azione che, finora, è quella che ha maggiormente caratterizzato la sua attività amministrativa. Data la genericità delle sue parole sembra che non abbia ancora dato i frutti sperati l'analisi dell'atto giuridico sottoscritto da Comune e Open Piave, operazione affidata da qualche esponente della maggioranza a dei legali per "trovare il modo di chiudere la convenzione".

Quello che, secondo me, non è chiaro al Sindaco è l'esistenza di un'altra Treviso, quella che non lo ha votato e non sopporta la sua propaganda, quella che non ritiene che l'accoglienza dei richiedenti asilo sia il problema principale della città, quella che accoglie e non discrimina, quella non vuole il ritorno della Casta Padana, quella che vuole soluzioni per i problemi sociali e ambientali della città, quella antifascista, antirazzista, antiomofoba.

Questa Treviso c'è oggi e ci sarà domani, alla ex-caserma Piave o altrove, nei comitati e nelle associazioni, tra gli studenti e nei luoghi di lavoro. E' vero che molti trevigiani si sono già "adeguati" al cambio di regime e che molti altri sono abituati a sopportare tutto senza discutere ma Treviso è anche la città di chi ha combattuto e combatte per i diritti e contro le discriminazioni, per il lavoro dignitoso e il diritto alla casa: e questa Treviso non ha paura. Se ne facciano una ragione Conte e i suoi sostenitori, fascistelli inclusi.

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