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Colline del Prosecco patrimonio dell'Unesco: arriva la prima bocciatura

Il coordinatore scientifico per la candidatura delle Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, professor Amerigo Restucci, ha spento gli entusiasmi di molti trevigiani

TREVISO E' stato pubblicato nelle scorse ore il primo esito della valutazione tecnica sul dossier di candidatura de “Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiaddene”.

Come previsto l’esito non è positivo non certo per motivi ambientali, come era stato erroneamente detto da taluni nei giorni scorsi, ma perché l’organo tecnico di valutazione ritiene che il territorio veneto non sia unico nel suo genere. Tuttavia, al di là dell’esito, gli stessi valutatori sottolineano le bellezze del nostro territorio, la capacità gestionale, la storicità di un territorio di cui, nel giudizio di valutazione, si sottolinea il valore mondiale. La valutazione espressa, quindi, pur concludendosi, per il momento, con un giudizio negativo, evidenzia i tanti pregi del territorio candidato. "Proprio facendo leva su questi pregi, lavoreremo nei prossimi giorni per arrivare ad un giudizio finale positivo" ha dichiarato il professor Restucci, coordinatore scientifico per la candidatura delle Colline del Prosecco, che ha poi continuato "Ricordiamo, infatti, che il rapporto pubblicato oggi costituisce una raccomandazione tecnica dell’organo consultivo dell’Unesco, l’International Council on Monuments and Sites”, prevista dalle regole della Convenzione sul Patrimonio Mondiale. La valutazione conclusiva è invece affidata al Comitato del Patrimonio, che è un organo politico eletto dagli Stati membri della Convenzione del 1972 e che può accogliere, modificare o integrare la raccomandazione tecnica". 

Del Comitato, che si riunirà in Bahrein dal 24 giugno al 4 luglio, fanno parte 21 Paesi, in rappresentanza di tutte le aree geografiche del mondo (in questo biennio: Angola, Australia, Azerbaijan, Bahrain, Bosnia e Herzegovina, Brasile, Burkina Faso, Cina, Cuba, Guatemala, Indonesia, Kuwait, Kyrgyzstan, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Spagna, Tanzania, Tunisia, Uganda, Ungheria, Zimbabwe). Da qui a fine giugno proseguiranno i lavori per esaltare gli aspetti positivi indicati nel dossier e dimostrare ai membri del comitato dell’Unesco che il territorio veneto non solo è bello ma è anche unico al Mondo. "Giova, infine, ricordare, a titolo di cronaca, che l’Italia, avendo il primato mondiale dei siti riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sconta da anni un giudizio tecnico sui nuovi dossier di candidatura molto critico.Con questa consapevolezza, siamo convinti che il Ministero degli Esteri, che ha ora la responsabilità di gestire il negoziato internazionale, insieme alle altre Amministrazioni coinvolte, grazie anche alle capacità negoziali dell’ambasciatrice Lomonaco, saprà far valere le nostre ragioni e dimostrare al mondo l’unicità delle colline di Conegliano e Valdobbiadene" conclude speranzoso Restucci.

C'è chi però alla notizia della bocciatura non ha perso occasione per lanciare qualche importante stoccata alla Regione. Si tratta di Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico che ha commentato con queste parole la notizia negativa per i colli trevigiani. “Nessuno gioisce per questa bocciatura, sia chiaro, sebbene fosse prevedibile. Però è anche ora di finirla di accusare chiunque abbia un approccio critico o ponga dei problemi come ‘nemico’ del territorio e dei suoi interessi. Le questioni vanno affrontate nel merito e non in chiave propagandistica come ama invece fare spesso Zaia sulle cui promesse tanti continuano a illudersi”. Continua poi il consigliere “Ci sarà tempo per fare chiarezza su una vicenda costata dieci anni di lavoro e parecchi soldi pubblici. Ho presentato un’interrogazione sulle risorse stanziate a sostegno della candidatura, ma la risposta è stata tutt’altro che esauriente. Basta andare a vedere le delibere e si può notare che la cifra spesa va ben oltre i 113mila euro dichiarati a cui vanno poi aggiunti i 150mila nel ‘pacchetto’ Grandi Eventi. Solo la Regione arriva a circa cinquecentomila euro, senza dimenticare i finanziamenti indiretti tramite altri enti pubblici. Ma non è soltanto una questione economica. Adesso non ci deve essere una smobilitazione, bisogna evitare che ognuno vada per la propria strada. Occorre prendere atto dei rilievi tecnici mossi e sedersi tutti attorno a un tavolo per capire cosa fare per valorizzare un territorio con un patrimonio inestimabile. Una valorizzazione che non può prescindere dalla sostenibilità e della compatibilità ambientale, aiutando i piccoli produttori che caratterizzano un Prosecco di qualità. Questo territorio possiede un tesoro che va preservato con attenzione ed equilibrio. E le sue prospettive future non passano necessariamente da un riconoscimento dell’Unesco”.

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