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Accendini Clipper falsi, scatta il sequestro della Guardia di Finanza

L’indagine vera e propria, tuttavia, è partita poco prima di Natale grazie alla segnalazione di un agente di vendita particolarmente scrupoloso che, insospettito dalla grafica insolita e dal peso sospetto di alcuni prodotti comprati presso un rivenditore di fiducia poi rivelatosi estraneo ai fatti

Sono due i raid, condotti rispettivamente dalla Guardia di Finanza e dal Primo Nucleo di Polizia che nei mesi scorsi hanno consentito di scoprire e sventare un vasto traffico di accendini contraffatti. I malviventi, con base operativa tra Napoli e Bari, avevano preso di mira il celebre brand Clipper e agivano da tempo in tutta la Penisola spacciando per autentici articoli di fabbricazione cinese. Lo ha appena reso noto la stessa Clipper Italia.

Tutto è iniziato la scorsa estate quando la casa madre Flamagas, alle prese con una frode analoga in territorio iberico, ha messo in guardia l’Italia circa la possibilità che anche nel nostro paese si aggirassero dei falsi. L’indagine vera e propria, tuttavia, è partita poco prima di Natale grazie alla segnalazione di un agente di vendita particolarmente scrupoloso che, insospettito dalla grafica insolita e dal peso sospetto di alcuni prodotti comprati presso un rivenditore di fiducia poi rivelatosi estraneo ai fatti, ha contattato la trevigiana ITA Agency, distributore ufficiale del marchio Clipper per l’Italia, chiedendo spiegazioni. Da qui si è messo in moto un complesso meccanismo investigativo che in poco tempo ha portato a un arresto e al sequestro di più di 20.000 unità di merce contraffatta.

«Il problema ora sono gli accendini falsi potenzialmente ancora in circolazione – dichiara Marco Fabbrini, Amministratore delegato di ITA Agency, azienda leader nel settore dei servizi per tabaccherie, cartolerie e GDO e, appunto, distributore ufficiale italiano del brand Clipper – Parliamo di articoli di largo consumo, piuttosto facili da nascondere e da trasportare e probabilmente proprio per questo motivo i truffatori non hanno avuto troppa difficoltà a piazzarli anche nei canali di distribuzione autorizzati. Le copie, del resto, sono molto fedeli agli originali e distinguerle è estremamente difficile, perfino per gli addetti ai lavori se non si è a conoscenza di alcuni fondamentali dettagli che consentono di individuare immediatamente il fake».

Gli avvocati Antonio Bana e Sara Tarantini dello Studio Bana hanno assistito l’azienda per i profili di natura penale legati alla denuncia e al sequestro, mentre l’avvocato Giulia Affer dello Studio Trevisan & Cuonzo ha curato gli aspetti di diritto civile.

"Gli accendini rivenuti a Napoli e Bari -spiegano i legali in una nota- pur non originali, presentano le medesime caratteristiche di quelli presenti in Spagna. Si ha fortemente ragione di credere che la messa in circolazione e l'utilizzo di questi dispositivi non originali comporti elevati rischi per la salute e la sicurezza del consumatore. Di conseguenza siamo in presenza non solo di un grave pericolo per la salute degli utilizzatori, ma anche di un grave danno sia economico che d'immagine per la società titolare del marchio, la Flamagas, che ha effettuato importanti investimenti per garantire e tutelare la qualità e la sicurezza dei propri prodotti. Grazie alla collaborazione tra la Guardia Civil di Barcellona e la Guardia di Finanza di Napoli e Bari, l’intervento ha potuto coprire entrambi i Paesi ed è stato raggiunto questo importante obiettivo. Solo tramite una grande esperienza maturata soprattutto nell’ambito della contraffazione e l’affiancamento prezioso della polizia giudiziaria queste società riescono a tutelarsi come vogliono. Come in questo caso, che ha portato dal rilevamento di operazioni sospette al ritrovamento di accendini contraffatti, non originali e contraddistinti indebitamente dai relativi marchi e nominativi. Principale priorità rimane ovviamente, come anticipato, l’attenzione alla sicurezza dei consumatori".

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Vendere un accendino contraffatto, oltre a costituire un reato, rappresenta anche e soprattutto un rischio. Esistono infatti normative specifiche che identificano i requisiti che un accendino deve avere per essere commercializzato in sicurezza: lo standard internazionale ISO 9994 prevede ad esempio che, prima di essere immesso sul mercato, esso superi una lunga serie di stress test, mentre lo standard EN 13869 riguarda l’utilizzo degli accendini da parte dei minori, una possibilità più che concreta trattandosi di oggetti comuni, presenti nella maggior parte delle case degli italiani e spesso, quindi, anche nella piena disponibilità dei più piccoli. A questo proposito il legislatore ha stabilito che, per ovviare a qualsiasi eventualità di uso improprio, un accendino venga dichiarato sicuro solo quando almeno l’85% dei bambini al di sotto dei 51 mesi non sia in grado di azionarlo.

«Un accendino che non sia stato sottoposto a queste delicate fasi di collaudo o, peggio ancora, che non le abbia superate e sia quindi sprovvisto delle relative e obbligatorie certificazioni, che ovviamente un accendino Clipper invece possiede, espone gli acquirenti a una potenziale minaccia – conclude Fabbrini – oltre, come in questo caso, a violare i diritti d’autore di Clipper, che ha già intentato un’azione legale, a tutela della propria immagine e a tutela del consumatore».

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