Carenza di medici, Ulss 2 quartultima in Italia
Nella Marca un numero di 0,62 medici ogni mille abitanti. Bigon e Zanoni, consiglieri regionali del Partito Democratico: «Situazione sempre più grave, servono investimenti massicci»
«Avere a disposizione, come accade nel territorio dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, un numero di 0,62 medici ogni mille abitanti, corrisponde ad uno scenario di arretratezza profonda. E non bastano gli eterni annunci su imminenti rafforzamenti del personale: questa condizione è il frutto di mancate scelte ed interventi che dovevano essere compiuti negli anni».
Il giudizio, alla luce dell'indagine de Il Sole 24 sulla qualità della vita in Italia che colloca il territorio trevigiano agli ultimi posti per numero di medici di medicina generale, viene dai consiglieri regionali del PD Veneto, Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni. «La situazione dell'Ulss 2 è la punta dell'iceberg di un panorama veneto complessivamente deficitario, come abbiamo dimostrato con la nostra recente ricerca. E le proiezioni, determinate dai pensionamenti che raggiungeranno il loro apice tra 2023 e 2024, parlano di ulteriori e pesanti perdite. In attesa che gli eterni annunci di nuovi arrivi trovino reale riscontro, non c'è dubbio su una cosa: bisogna realizzare investimenti massicci che chiederemo nella sessione di bilancio in corso. Sia per dotare di personale amministrativo i medici che, per la metà dei casi, si trovano ad operare da soli: le incombenze burocratiche occupano infatti l’80% del lavoro di un medico. Sia per rendere attrattiva la figura del medico di famiglia, altrimenti lo sprofondamento sarà inarrestabile. A Treviso come in tutto il Veneto».
Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso, conclude: «La buona politica non è quella che si limita a commentare le classifiche ma agisce per migliorarle. Se sul fronte della sicurezza e dell’occupazione siamo ai primi posti in Italia, bisogna invece intervenire subito per tamponare due gravi emergenze che risultano decisive nella perdita di posizioni della Marca: la drammatica carenza di medici di base e l’assenza di strategie per interrompere la crisi demografica. Si può fare molto, anche partendo dal territorio, senza aspettare interventi da Roma: promuovendo le forme aggregate dei medici di medicina generale, mettendo loro a disposizione gratuitamente sedi e rafforzando i fondi per il personale di supporto amministrativo. Così come, sul fronte demografico, coordinando gli sforzi tra comuni, privato sociale e terzo settore per investire di più su servizi alla famiglia, in modo da consentire, innanzitutto, una migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro».