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Caritas Tarvisina: nell'anno del lockdown la Casa della Carità ha accolto 260 persone

Nel 2020 l’accoglienza notturna si è trasformata in una piccola comunità chiusa, offrendo agli ospiti una casa dove passare l’intera giornata

Il 2020 è stato un anno difficile e ognuno di noi può trovare sulla propria pelle le ferite portate dalla pandemia. Ma per chi vive nella marginalità le difficoltà si sono moltiplicate; basti pensare cosa vuol dire essere obbligati a stare in casa per chi una casa non ce l’ha. «Questo è il nostro racconto, il bilancio del 2020 - dichiarano dalla Carita Tarvisina - Di come abbiamo vissuto quest’anno, di come la pandemia ha aumentato le situazioni di marginalità, di come siamo stati prossimi ai più poveri quando la parola d’ordine è stata distanziamento».

Il Centro di Ascolto diocesano e la Casa della Carità

Il Centro di Ascolto diocesano ha continuato ad essere una porta aperta sulla città di Treviso per l’accompagnamento delle persone senza dimora e, in parte, di nuclei familiari. In totale, 210 persone si sono rivolte per la prima volta alla Caritas diocesana (39 donne e 171 uomini). Dati in lieve calo, anche per il totale di ascolti annui (790), dovuto all’impossibilità di spostamento nel territorio e al ridimensionamento del servizio di ascolto, in parte telefonico, che cercava di vivere comunque la prossimità e la vicinanza a queste persone. In aumento sia i giovani che le persone di nazionalità italiana e asiatica; in diminuzione, invece, gli stranieri provenienti dall’Africa centrale e dall’Est Europa.

In totale 260 persone, di cui 19 donne, hanno usufruito dei servizi della Casa della Carità nel 2020. L’accoglienza notturna si è trasformata in una piccola comunità chiusa nel periodo del lockdown, offrendo agli ospiti una casa dove stare l’intera giornata. Anche i servizi di doccia, lavanderia e mensa si sono trasformati, adattandosi alle esigenze normative; con l’impegno degli operatori, che coprivano l’assenza dei volontari in certi periodi, è stata garantita l’apertura per tutti i giorni dell’anno. Sono però aumentante le spese per poter farlo in sicurezza; ad esempio i costi per le pulizie sono più che raddoppiati, 38mila nell’ultimo anno in confronto con i 17mila euro del 2019, gli acquisti generali di alimentari e prodotti per l’igiene sono passati da circa 22mila euro nel 2019 ad oltre 81mila euro nel 2020.

Volontariato e solidarietà

Tutto questo è stato possibile anche perché nell’ultimo anno si è riscontrato un forte aumento delle donazioni alla Caritas da parte di molte persone ed enti: oltre 446mila euro di offerte ricevute a sostegno delle attività a livello locale e nel mondo e donazioni di beni materiali per un valore di più di 273mila euro. "Non possiamo dimenticare che, insieme alla solidarietà, anche il volontariato è una preziosa risorsa che ci permette di offrire i servizi 365 giorni all’anno, garantendo 20 posti letto, 40 cene serali e la possibilità di fare una doccia o lavare i propri abiti alle persone senza dimora, anche nelle giornate faticose del lockdown - fa sapere la Caritas - Nel 2020 abbiamo aiutato a ripensarsi ai volontari già presenti e sono stati formati un centinaio di persone nuove, di cui circa una trentina si sono inseriti nei servizi; tanti di loro sono tuttora in attesa di poter iniziare la collaborazione perché le normative limitano il numero di presenze contemporanee nei singoli locali".

Caritas nel territorio diocesano

"Come Caritas diocesana ci siamo messi in ascolto delle Caritas parrocchiali, provando ad accompagnare e a dare indicazioni utili, sperimentato nuove modalità di contatto e di lavoro. In particolare, attraverso un’indagine rivolta ai Centri di Ascolto e di Distribuzione Caritas locali, che incontrano quotidianamente i bisogni delle persone in difficoltà nel territorio, abbiamo appreso la loro capacità di adattamento, di saper cogliere le sfide di questo tempo - continuano i vertici della Caritas Tarvisina - La nostra Chiesa non ha smesso di vivere la carità, di essere prossima, di mettersi a servizio, trovando modi nuovi e creativi per essere accanto agli ultimi, anche grazie al maggiore coinvolgimento dei giovani nelle realtà parrocchiali. Inoltre da parte del mondo civile c’è stato un incremento delle donazioni economiche e di beni alimentari: in particolare da parte di privati cittadini, da realtà non solo con scopo benefico, e da parte di vari esercizi commerciali".

L’83% dei Centri di Ascolto e Distribuzione ha registrato nel 2020 un aumento dei nuclei familiari assistiti (compresi i singoli) e la gran parte ha segnalato problemi legati alla perdita del lavoro e alla conseguente riduzione del reddito familiare. Ha colpito in particolare i lavoratori dipendenti e i lavoratori atipici e non regolari, che non hanno accesso agli ammortizzatori statali. Il principale bisogno è stato la richiesta di alimenti, sia come borsa spesa sia come sostegno economico. Anche i problemi legati all’abitazione, per il pagamento di bollette o affitti arretrati. Molti hanno registrato in aumento anche il bisogno di informazione rispetto a contributi pubblici. Così, in molti casi, il servizio si è indirizzato all’orientamento e all’assistenza nella compilazione dei moduli per l’accesso ai benefici.

Pro-muovere carità nei giovani e nelle scuole

È importante segnalare la disponibilità e l’entusiasmo dei giovani che hanno lavorato in Caritas prestando il loro servizio nell’Anno di Volontariato Sociale (AVS) ma anche tutti quelli che si sono lasciati interpellare. Purtroppo la pandemia ha segnato in modo particolare il mondo giovanile, aumentando le fatiche, la povertà educativa, la mancanza di risorse e strumentazione adeguata per seguire la didattica a distanza. L’impegno di Caritas nelle scuole nasce dal voler incontrare i giovani oltre le loro appartenenze; anche nel 2020 abbiamo proposto moduli formativi su diversi temi legati alle povertà, alla relazione di condivisione, alla responsabilità e allo sviluppo sostenibile. "Così abbiamo, da una parte, rafforzato l’alleanza educativa con le scuole realizzando gli incontri anche a distanza, coinvolgendo circa 3.500 studenti di 175 scuole; dall’altra abbiamo incrementato la nostra presenza in alcune parrocchie della diocesi, in particolare a sostegno dei doposcuola, per costruire insieme interventi a contrasto delle povertà educative".

Carcere e l’attenzione verso i migranti

Caritas ha poi continuato l’attività di vicinanza alla complessa realtà degli istituti penitenziari, restando in contatto con chi li abita quotidianamente e constatando quanto, nel tempo di pandemia, sia stato forte il bisogno di relazione e ascolto dei detenuti. La progettualità “Sicomoro”, per l’accoglienza delle persone che hanno concluso il percorso penitenziario, è rimasta salda; anche in un tempo di chiusura, la porta di questa casa è rimasta aperta per offrire un’opportunità a chi, uscito dal carcere, non ha ancora un’abitazione e un progetto di vita. "Inoltre, come Caritas abbiamo scelto di continuare a dare una risposta ai bisogni mutati dei migranti presenti nel nostro territorio, attraverso due progetti di accoglienza, 'Maneo' presso casa Giavera e 'Teranga', con l’obiettivo di accompagnarli in percorsi di formazione e di ricerca attiva di lavoro per acquisire una sempre maggiore autonomia. Siamo stati vicini a questi giovani in quest’anno difficile che, per diversi di loro, ha comportato un’interruzione dei loro percorsi di inserimento lavorativo ed abitativo".

Promozione alla mondialità

"La pandemia ha avuto ripercussioni significative e drammatiche nel nostro territorio diocesano e nelle nostre comunità, ma come Caritas abbiamo scelto di mantenere aperta una finestra sul mondo, sostenendo alcune progettualità in Paesi già messi a dura prova prima. Nel 2020 è proseguito il sostegno ad alcuni progetti di cooperazione, con più di 257 mila euro. Tra questi il  progetto “Emmanuel” in Togo (sostegno alla casa di accoglienza per bambini sorcier-stregoni), il progetto “Coltiviamo la Speranza” in Mali (sostegno alla scuola agro-pastorale) e il progetto “Arka” in Serbia (sostegno alle attività di Caritas Valjevo, per il reinserimento sociale di persone con problemi di salute mentale). Non siamo rimasti indifferenti neanche di fronte alle emergenze internazionali che hanno colpito alcuni Paesi e alle quali sono state destinate donazioni per più di 14 mila euro: l’esplosione a Beirut (Libano), il conflitto siriano, i terremoti in Albania e nell’Egeo e l’emergenza profughi lungo la Rotta Balcanica".

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