rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Nuova legge sulle case Ater, i sindacati: «E' una riforma da cambiare»

Gli inquilini delle case popolari che hanno partecipato alle assemblee organizzate da Cisl e Sicet a Treviso, Conegliano e Montebelluna lamentano grossi disagi negli appartamenti

Troppe iniquità e situazioni sociali insostenibili, a partire da numerosi casi di aumenti dei canoni di affitto di oltre il 300%, fino a 600 euro, a carico di pensionati il cui assegno mensile non supera i mille euro.

È quanto emerso nel corso delle tre partecipate assemblee sulla legge regionale sull’edilizia pubblica residenziale organizzate dal Sindacato degli inquilini Sicet e dalla Cisl Belluno Treviso la scorsa settimana a Conegliano, Treviso e Montebelluna. La richiesta avanzata dalle centinaia di inquilini che hanno partecipato è una sola: cambiare la riforma voluta dalla Regione Veneto che ha modificato criteri e valutazioni su assegnazioni, decadenza e canoni. Nel mirino degli inquilini, il metodo di calcolo dei nuovi canoni, complesso e molto spesso incomprensibile anche agli addetti ai lavori. È noto solo che il riferimento è l’Isee depurato delle detrazioni dei canoni stessi, elemento che secondo il Sindacato degli inquilini della Cisl «crea disparità sociali in quanto per altri sussidi, sempre definiti grazie all’Isee, i canoni sostenuti dai cittadini vengono decurtati dalla situazione economica individuale». Dalle assemblee è emerso che molte abitazioni popolari, considerate dall’Ater in buono stato, sono sprovviste di riscaldamento o di minimi sistemi di isolamento, sono senza ascensore e in alcuni casi transennate per il pericolo di caduta di cornicioni.

«Quelle che però rappresentano una vera emergenza sociale rispetto alla quale pretendiamo risposte dai soggetti deputati» dichiara il Segretario Cisl Belluno Treviso, Massimiliano Paglini. «Sono le persone anziane, soprattutto quelle sole, spesso al limite della soglia di povertà, che, per effetto della riforma voluta dalla Regione, devono far fronte ad affitti insostenibili e che, se non cambiano le cose, dovranno necessariamente utilizzare i piccoli risparmi di una vita. Cisl e Sicet - prosegue il Segretario generale del Sicet Belluno Treviso Pietro Scomparin - si sono impegnate a portare al Tavolo regionale di monitoraggio tutte le osservazioni raccolte durante queste assemblee, con l’impegno di rendicontare a breve tutti gli inquilini che vivono da un paio di mesi (la riforma è di fine luglio) con ansia ed estremo disagio». In particolare, la Cisl e il sindacato degli inquilini chiedono l’innalzamento del limite Isee oltre il quale è fissata la decadenza al diritto dell’alloggio, fissato dalla riforma a 20mila euro, la riduzione delle percentuali di aumento dei nuovi canoni e in ogni caso la definizione di una gradualità nell’applicazione degli aumenti, la proposta di soluzioni abitative più piccole per le persone sole, naturalmente con il consenso degli interessati e la definizione del canone all’interno del 25% del reddito familiare netto (il cosiddetto canone canone sostenibile). Cisl e Sicet chiedono inoltre all’Ater e alla Regione di rassicurare al più presto tutti coloro, in particolare gli anziani, che stanno vivendo con preoccupazione questo periodo e che, ove esistano casi di inquilini con elevati patrimoni, venga prevista la decadenza, così come per chi non ha volontariamente presentato in questi anni la dichiarazione Isee.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuova legge sulle case Ater, i sindacati: «E' una riforma da cambiare»

TrevisoToday è in caricamento