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Riapertura delle case di riposo: «Che nessuno ora faccia marcia indietro»

Da martedì 11 maggio riprendono le visite dei parenti. Il commento delle segretarie generali dei sindacati dei pensionati veneti Elena Di Gregorio, Vanna Giantin e Debora Rocco

«L'ordinanza del Ministero della Salute, che riapre alle visite dei famigliari agli ospiti delle case di riposo, sancisce un diritto per il quale ci siamo battuti per settimane. E anche se qui in Veneto, che coordinava il lavoro della Conferenza delle Regioni, non si è voluto, nonostante le numerose sollecitazioni, dialogare con noi sindacati dei pensionati per tracciare le linee guida, perlomeno a livello nazionale le nostre istanze sono state recepite. Ora la palla ripassa alla Regione, e poi alle Ulss e alle case di riposo stesse».

E' questo il commento delle segretarie generali dei sindacati dei pensionati veneti Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil) nel giorno della riapertura delle visite ai parenti nelle Rsa del Veneto. «La discrezionalità in capo alle direzioni sanitarie delle singole strutture ci fa però dire che, con oltre l'88% degli ospiti delle Rsa che hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino, non si devono trovare scuse per fare marcia indietro. Scuse che, in caso, probabilmente servirebbero solo a coprire problemi organizzativi. L'ordinanza è chiara nel dare tutte le indicazioni per assicurare le visite, che vengono sospese in pratica solo in caso di focolaio non gestibile o di zona rossa. Le nostre sedi territoriali si stanno attivando per controllare che la riapertura nelle oltre 300 case di riposo venete sia effettiva».

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