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Ex Caserma Serena: 133 migranti positivi al test del tampone

Esito choc al termine dei controlli dell'Ulss 2. Su 315 tamponi eseguiti i positivi erano tutti asintomatici. Il sindaco di Treviso, Mario Conte: «Lo Stato paghi i danni»

Completato lo screening all’ex Caserma Serena. Complessivamente sono stati eseguiti 315 tamponi su 293 migranti e 22 operatori che hanno evidenziato 133 positività tra gli ospiti

I positivi, tutti asintomatici, sono stati immediatamente isolati all'interno della struttura. La quarantena è estesa anche ai  negativi. Tra una settimana sia gli operatori sia gli ospiti saranno nuovamente testati. I controlli all’ex Serena, scattati dopo le tre positività emerse tra i migranti, sono stati completati nell’arco di 24 ore: l’Ulss 2, in collaborazione con Prefettura, forze dell’ordine, Comuni di Treviso e Casier, ha organizzato e completato il maxiscreening con la massima tempestività. Ciò ha permesso di individuare rapidamente i positivi ed organizzare l’isolamento all'interno dell’ex Serena. L’Ulss 2 garantirà il monitoraggio costante della situazione, in collaborazione con tutti gli enti coinvolti.

Il sindaco Mario Conte: «Lo Stato paghi i danni»

«Il nuovo focolaio all’interno della struttura genera un danno incalcolabile, anche in termini di immagine, al nostro territorio del quale lo stato dovrà rendere conto». Così il sindaco di Treviso Mario Conte, dopo aver appreso la notizia della positività al tampone di 133 migranti all’interno della Caserma Serena, ora in isolamento all’interno della struttura. «Ci stavamo riprendendo, il turismo stava nuovamente vedendo la luce dopo una primavera terribile e con questa batosta ci ritroviamo a terra, dopo che il Governo non ha mai ascoltato la nostra richiesta di chiudere la Caserma. A dirle il vero, stiamo ancora aspettando che il Ministro dell’Interno Lamorgese venga a vedere con i suoi occhi la situazione dopo la nota rivolta dello scorso giugno.  Sono arrabbiato perché ora ci troviamo a fronteggiare una nuova emergenza. E la colpa non è dei nostri cittadini».

La replica del PD: «Con Salvini ministro non ha mai chiesto la chiusura della Serena»

«È di fondamentale importanza capire ora dove sono state le persone positive al virus e se c’è possibilità di tracciare i loro spostamenti: serve massima attenzione in questo senso, il focolaio va circoscritto subito e bisogna garantire sicurezza dal punto di vista sanitario, valutando attentamente l’operato chi ha la responsabilità della gestione della caserma». A dirlo Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso, riferendosi alla notizia dei 129 migranti risultati positivi al Coronavirus all’ex Caserma Serena. «Una cosa è certa, comunque: il Coronavirus continua ad essere presente e a fare danni, nonostante quello che dicono Salvini ed il partito di Zaia, ed era risaputo che mantenere così tante persone sotto lo stesso tetto non faceva che innalzare il rischio di una nuova emergenza – continua Zorzi -. Riguardo la posizione della Lega sul tema, sottolineo che la concentrazione dei migranti all’ex caserma Serena dipende proprio dalle decisioni di Salvini quando era ministro dell’Interno, che coi suoi decreti ha di fatto cancellato il sistema dell’accoglienza diffusa, evitando di chiuderla ed anzi potenziandola facendoci finire migranti in uscita dagli Sprar». Roberto Grigoletto, consigliere comunale del Pd a Treviso e responsabile comunicazione a livello provinciale, replica alla presa di posizione del sindaco di Treviso Mario Conte, che chiede allo Stato di pagare i danni dato che la Caserma Serena non è stata chiusa prima. «A Conte non pare vero di cimentarsi nel suo sport preferito: lucrare politicamente – dice Grigoletto -. Perché finora non ha ottenuto, neanche con Salvini ministro, la chiusura della Serena? I danni bisognerebbe chiederli a lui, perché in piena emergenza Covid non si è preoccupato di capire per tempo come stavano le cose in realtà sensibili come questa».

Visentin (Cgil): «No a toni da campagna elettorale, serve senso civico»

«Da quando, causa il decreto Salvini, sono stati tagliati i fondi per l’accoglienza diffusa e per i servizi di integrazione dei migranti erogati dalle cooperative del territorio, sono stati creati dei ghetti e nei ghetti il rischio di epidemia aumenta esponenzialmente. Ora, alle porte del capoluogo della Marca, abbiamo a che fare con un’emergenza grave e drammatica che non può essere gestita a suon di slogan da campagna elettorale ma con grande senso di responsabilità dai soggetti coinvolti e dalle Istituzioni». Questa la presa di posizione di Mauro Visentin, segretario generale CGIL di Treviso, che con apprensione si sta interessando al focolaio scoppiato alle caserme Serena e che al momento conta già 133 positivi allo screening a tampone effettuato dall’Ulss 2. «Non sono arrivati da Paesi lontani con il virus ma l’hanno contratto qui, a Treviso, nel nostro territorio, stando nel luogo in cui sono costretti a stare - puntualizza il leader della CGIL Visentin -, tutti insieme e privati di quei servizi di accoglienza e integrazione efficienti che garantivano una corretta gestione dell’immigrazione, fatta di piccoli numeri. La creazione dei ghetti non è stata sicuramente la risposta al fenomeno migratorio, tantomeno alla prevenzione del contagio. È più che probabile poi che molti di loro svolgano lavoro nero per trevigiani e che in questo momento terrorizzati come sono non indichino per chi, con dei risvolti sulla diffusione facili da immaginare». «Detto chi ha determinato questa drammatica situazione con sbagliate scelte di governo e con il taglio dei fondi - continua Mauro Visentin - non si può fare altro che rimboccarsi le maniche. Ora abbiamo un’emergenza grave da risolvere, le Istituzioni non facciano campagna elettorale, nessuna strumentalizzazione politica ma con senso di responsabilità, dovere civico, e senza procurare nei cittadini ancora più tensioni e paure di quelle che quotidianamente già viviamo, collaborare alla risoluzione della vicenda, scongiurando che il contagio dilaghi tra i lavoratori addetti all’interno della caserma e sul territorio».

Fratelli d'Italia: «Bisogna chiudere la Serena»

Sull'accaduto, del quale si discute molto in queste ore, ha voluto prendere posizione il capogruppo di Fratelli D’Italia di Treviso, Davide Visentin: «Pensate a cosa sarebbe accaduto se ci fossero stati 130 casi positivi in un’azienda con 300 dipendenti, sicuramente si sarebbe scaricata tutta la colpa in capo all'imprenditore mentre nel caso in questione il Governo non si assumerà mai le proprie responsabilità. Le aziende sono costrette a chiudere per colpe molto meno gravi, ci sarà la linea dura anche qui nei confronti dei responsabili o la legge non è uguale per tutti? Crediamo fermamente che, dopo questo episodio, le caserme Serena debbano essere chiuse e per questo Fratelli D’Italia accenderà un faro sulla questione, se necessario anche presentando un esposto in procura». Sulla stessa linea d’onda il Consigliere del vicino comune di Preganziol, Raffaele Freda il quale riferisce: «Oggi dobbiamo sapere con chi sono entrati in contatto i contagiati, la cosa interessa anche i Comuni vicini. A Preganziol il sindaco deve informarci e trasmetterci le notizie che giungono dall'Ulss 2, il mese scorso ha taciuto sui fatti della caserma, ora non è più possibile: è in gioco la salute dei cittadini».

Davide Acampora: «Roma paghi i danni al nostro territorio»

«Ciò che sta accadendo è un grosso danno, non solo per quanto concerne la sicurezza sanitaria del nostro territorio ma soprattutto è un duro colpo al turismo e all'immagine di Treviso che lo Stato ci sta infliggendo, dopo tutti gli sforzi fatti in questi mesi dalle istituzioni locali come il Comune e la Regione Veneto. La responsabilità è di un Governo menefreghista e scellerato, che dovrà risarcire i danni a tutti i trevigiani e ai veneti. Gli presenteremo il conto! Ciedo quindi la chiusura quindi immediata del centro di accoglienza e il rimpatrio immediato degli ospiti!»

Cso Django e associazioni: «Permesso di soggiorno per tutti»

Django Caminantes, Fuoriclasse e Adl Cobas hanno commentato la notizia con queste parole: «Salvini non ha  perso tempo e ha prontamente pubblicato il comunicato stampa dell’Ulss 2, in cui veniva presentato il numero dei positivi, accompagnato da un’infelice e imperdonabile didascalia, che terminava con un’affermazione completamente errata e che lascia trasparire, in maniera non troppo velata, quel razzismo e quell'odio che sono i protagonisti delle dichiarazioni del leader leghista: "Se tornerà l’epidemia, sappiamo chi ne sarà colpevole". Quest’emergenza ha  messo ancora più in luce la totale assenza di politiche per l'accoglienza, in parte rilevante da attribuire a quel decreto che di “sicurezza” ha ben poco. Anche il sindaco di Treviso Mario Conte ha voluto esprimersi a riguardo, colpevolizzando e non mostrando alcun tipo di solidarietà nei confronti delle persone colpite. Si è soffermato ancora una volta sulla distinzione tra “noi” e “loro”, nella quale il primo termine indica coloro che lui definisce “cittadini”, mentre i “loro” sono gli altri, gli emarginati, quelli lasciati da soli o, come in questo caso, quei migranti che secondo lui hanno causato un “danno incalcolabile” al turismo veneto. La completa mancanza di vicinanza alle persone colpite, viste solo, di nuovo, come i “colpevoli” della situazione, fa venire i brividi e dovrebbe farci pensare. 

Questo continuo togliere, portare via, senza però restituire nulla, porta inevitabilmente a situazioni come quella che ci troviamo oggi a fronteggiare, in cui tutti i ragazzi presenti nella struttura dovranno fronteggiare il periodo di quarantena. Devono rinunciare ad andare al lavoro, ad uscire, ad avere quel contatto col mondo e con le persone al di fuori delle Caserme che tanto si era fatto attendere nei mesi passati, e che sarà ancora più difficile da abbandonare per la terza volta. In una fase tra l'altro particolarmente delicata per molti di loro, che devono completare la complessa burocrazia per poter partecipare al decreto emersione, l'ultima possibilità di ottenere un regolare permesso di soggiorno. La classe dirigente di questo paese, da una parte e dall'altra, ha riversato il peggio dei provvedimenti politici sui migranti. Costruisce buona parte della propaganda elettorale sulla loro pelle. Basti vedere come a Treviso Mario Conte abbia in fretta e furia abbandonato ogni velleità di chiusura dell'ex caserma serena, per anzi instaurare un rapporto sempre più stretto con la Nova Facility che su accoglienza e marginalità stanno costruendo un business remunerativo. La caserma Serena deve essere chiusa, chi vive dentro ha il diritto di essere libero. La risposta è sempre una,accoglienza diffusa e permesso di soggiorno per tutte e tutti. Così si combatte anche il Covid».

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