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Ampliamento di Cava Baracche, il consiglio comunale dice no

Rifiuto unanime da parte del Comune di Vedelago alla richiesta di ampliamento della cava presentata nel settembre 2020 dalle ditte SuperBeton e Telve Rigo

Un secco no all’unanimità espresso mercoledì sera, 24 marzo in consiglio comunale a Vedelago rispetto alla richiesta di ampliamento della Cava di ghiaia Baracche di Vedelago. Maggioranza e minoranza hanno condiviso la posizione di rifiuto nei confronti dell’istanza presentata nel settembre 2020 dalle ditte SuperBeton e Telve Rigo.

Una richiesta che, se da un lato ridimensiona l’ipotesi di estensione della cava richiesta fin dal 2007 quando le due ditte avevano fatto richiesta di ampliamento di circa 5 milioni di metri cubi, dall’altro è comunque considerata inaccettabile da parte dell’intero Consiglio Comunale. Va precisato infatti che la pratica del 2007 non si è mai conclusa, nonostante il parere contrario espresso dal Consiglio comunale nel 2010 ed il parere contrario vincolante espresso dalla Provincia di Treviso nel 2016. E già queste sono buone ragioni per rigettare la nuova richiesta. Ciononostante, lo scorso 26 gennaio – dopo varie sospensioni del procedimento – di fronte alla nuova richiesta di ampliamento di 250mila metri cubi presentata nel settembre 2020 da parte delle due ditte, la Regione ha riattivato la procedura "Via". E’ pertanto partito l’iter che ha visto, finora, il deposito dell’avviso pubblico sul sito web regionale, la presentazione al pubblico del progetto e la presentazione al Comitato tecnico per la Valutazione di impatto ambientale regionale. Inoltre, lo stesso avviso pubblico è stato anche pubblicato nell’albo pretorio comunale e lo scorso 17 marzo si è riunita la Commissione comunale Ambiente, Ecologia e Urbanistica che ha espresso parere contrario al nuovo progetto. Ultimo step, in ordine di tempo, è la delibera del consiglio comunale, contenente le osservazioni al progetto, approvata all’unanimità ieri sera con cui – sulla base delle osservazioni raccolte tra la maggioranza e la minoranza – viene espresso parere contrario al progetto di ampliamento.

CC Vedelago-2

Il vicesindaco, Marco Perin, commenta la notizia con queste parole: «La nostra unanime contrarietà al progetto è dettata da più ragioni. Innanzitutto, quello presentato lo scorso settembre è a tutti gli effetti una variante sostanziale al progetto, quindi di fatto un nuovo progetto vero proprio, per cui è necessaria una nuova valutazione istruttoria. Per dirla in parole semplici le nostre osservazioni dimostrano che nella realtà questo progetto di ampliamento è di fatto una nuova cava. Inoltre, l’unica autorizzazione della Regione Veneto per la cava Baracche risale al 2000, ben oltre il 1980, anno spartiacque secondo la famosa legge regionale 44/82 che consentiva a ciascun cavatore di poter richiedere al massimo un ampliamento per un quantitativo del 30% del volume autorizzato dalla Regione entro quella data. Un altro punto fondamentale è la oramai famosa Convenzione integrativa con i cavatori, anno 2000 documento importante che ha visto Vedelago tra i primi comuni in Veneto a stipularne una, un accordo che stabiliva in primis il residuo disponibile per raggiungere il limite del 3% escavabile consentito, ma, soprattutto, le regole ed i luoghi di escavazione e le opere pubbliche che il privato è tenuto a realizzare a scopo di mitigazione ed indennizzo per la collettività. E proprio questa convenzione, da sola, è sufficiente per impedire ulteriori ampliamenti di superficie della cava esterni alla viabilità alternativa prevista. Infine, è evidente come questo progetto presentato in procedura VIA rappresenti un inutile ed illegittimo modo per aggravare il procedimento amministrativo allo scopo di raggirare la normativa vigente che invece preclude, a Vedelago, la possibilità di presentare nuovi progetti di ampliamento delle cave».

Conclude il sindaco, Cristina Andretta: «Questo categorico rifiuto è coerente con l’indirizzo politico di questa amministrazione sul tema cave, convinti che il territorio comunale di Vedelago sia già pesantemente devastato e compromesso dalle escavazioni avvenute negli ultimi decenni. Per questo sosterremo con ogni mezzo e in tutte le sedi, la nostra contrarietà sia all’apertura di nuove cave che all’ampliamento di quelle esistenti. Non solo. Crediamo sia necessario provvedere quanto prima all’estinzione della Cava baracche, non più attiva dal 2009. Questo comporterà l’obbligo, per le due ditte, di realizzare la strada alternativa prevista dalla Convenzione, di eseguire i lavori di sistemazione ambientale sul fondo cava e sulle scarpate. Le operazioni di ricomposizione dovranno avvenire entro tre anni dal rilascio del provvedimento, l’estinzione entro i tre anni successivi. Sono finiti gli anni delle escavazioni indiscriminate, di una concezione del territorio da sfruttare al massimo senza regole né freni. Pensiamo piuttosto che si a il tempo di pensare al futuro e trasformare l'ambito di cava in opportunità. Ed è proprio in questa direzione che stiamo andando, lavorando ad un Piano di riqualificazione ambientale che potrà cambiare la visione su questo tema. E’ un argomento complicato, questo è vero, e non di facile comprensione: ci sono leggi, norme e tecnicismi ed è per questo che mi sento di ringraziare i nostri uffici per l’impegno ma, soprattutto, la mia squadra ed in primis il vicesindaco Marco Perin che in questi 20 anni è l’unico che è in grado di dar filo da torcere ai tutti su questo tema. Da ultimo va detto che il risultato di arrivare all’unanimità non è da poco: mettere al primo posto il bene comune lasciando da parte le incomprensioni politiche non è cosa da poco, ma quando si fa squadra si è più forti. Non so se riusciremo a vincere questa battaglia ma sono certa che l’unanimità è ciò che si merita Vedelago».

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