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Attualità Vittorio Veneto / Via Marinotti F., 42

Vittorio Veneto, inaugurato il nuovo Centro sollievo

Offrirà un aiuto concreto agli anziani che soffrono il decadimento cognitivo. L'inaugurazione si è svolta giovedì mattina, 19 dicembre, nella sede della onlus "La Porta"

E' stato inaugurato questa mattina, giovedì 19 dicembre, il nuovo Centro sollievo di Vittorio Veneto che offrirà un aiuto concreto alle persone affette da decadimento cognitivo e alle loro famiglie presso la sede della onlus "LaPorta" in via Marinotti 42.

Alla cerimonia hanno presenziato il sindaco Antonio Miatto, accompagnato dall’assessore Antonella Caldart - che di «LaPorta» onlus è anche presidente - e i primi cittadini di San Fior Giuseppe Maset e di Revine Lago Massimo Magagnin. Per la Ulss2 erano presenti Franco Moretto, coordinatore aziendale del progetto, Paola Paludetti, direttrice del Distretto Socio Sanitario di Pieve di Soligo e Carmen Prizzon assistente sociale presso il Distretto di Conegliano e referente d’area per i centri sollievo. Il compito di fare gli onori di casa è toccato a Giovanni Grillo rappresentante operativo dell’associazione "Medietà" che ha coordinato tutti gli enti interessati all’avvio del progetto ed ha organizzato la formazione dei volontari.

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Dichiarazioni

«Il Centro Sollievo - ha spiegato il sindaco Miatto - risponde ad un’esigenza sentita da tempo ed oggi finalmente Vittorio Veneto si arricchisce di un nuovo servizio che sarà molto apprezzato da chi conosce i problemi legati a questi disturbi». «La malattia - ha aggiunto l’Assessore Caldart - colpisce sempre più persone e, nella nostra città, abbiamo circa cinquanta famiglie che si rivolgono ogni anno ai Servizi Sociali. Si tratta dunque di una risorsa fondamentale che sarebbe dovuta partire già qualche anno fa. Oggi finalmente ce l’abbiamo fatta». «I Centri Sollievo - ha detto il Sindaco di Revine Lago Magagnin – sono importanti non solo per chi soffre di decadimento cognitivo ma anche per i familiari i quali, potendo contare su strutture che si fanno carico per qualche ora di questi pazienti, possono così avere del tempo a disposizione per le esigenze della vita quotidiana». «Tutto si basa sul volontariato - ha proseguito Giuseppe Maset, primo cittadino di San Fior - e quindi su concetti importanti come ‘’amore’’ e ‘’dono’’ che sono alla base del fare comunità». Franco Moretto, coordinatore di progetto dell’Ulss2, ha spiegato che i «i centri sollievo sono ormai 150 in regione e ben 44 si trovano in provincia di Treviso. Il nostro territorio è dunque quello che ne ha il maggior numero. I centri accolgono persone con diagnosi accertata di decadimento cognitivo. Si tratta di pazienti non gravi ma che necessitano comunque di attenzione e di cura. Un servizio che è possibile grazie al grande capitale umano che l’associazionismo sa mettere in campo». Paola Paludetti ha aggiunto che «quello di Vittorio Veneto è per il distretto di Pieve di Soligo il nono centro sollievo ad essere inaugurato a conferma del fatto che viviamo in un’area molto attenta e sensibile alle questioni del comparto socio-sanitario». «Mi sono confrontata con la realtà dei Centri Sollievo fin dalla loro nascita - ha quindi raccontato Carmen Prizzon, assistente sociale. - Come distretto abbiamo operato per mettere in rete le realtà del territorio perché fin da subito sindaci e volontariato hanno ritenuto importante dare una risposta, appunto ‘’di sollievo’’, alle famiglie toccate dal problema. Sono del parere che ogni persona abbia diritto ad essere accolta ed accompagnata anche nelle fasi più difficili della propria vita». «Il lavoro che svolgiamo - ha infine concluso Angelo Cremasco, presidente dell’associazione "Fabrizio Viezzer" di Soligo, che nel 2014 ha fatto partire la prima di queste realtà - è importante per il territorio, che dimostra così di farsi carico di situazioni che possono diventare pesanti per le famiglie, ma lo è anche per gli stessi volontari con la gratificazione che ciò che facciamo dà a tutti noi».  

Il Centro sollievo è un luogo in cui le persone con diagnosi di declino cognitivo lieve e/o moderato possono prolungare il tempo della buona salute e della buona memoria grazie ad attività laboratoriali e al confronto con gli altri. Semplice nella sua struttura, esso funziona grazie a una rete di supporto prevalentemente di volontari che garantisce qualità e sicurezza agli ospiti e ai familiari, con l’obiettivo di accompagnare e valorizzare le abilità residue della persona e dare un po’ di sollievo alla famiglia.Il progetto, finanziato dalla Regione, è teso a creare interventi assistenziali, validi ed efficaci, di sostegno ai malati e ai loro congiunti che - soprattutto nella fase iniziale - possono trovarsi in difficoltà nella gestione della malattia.

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