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Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Ca' Foncello: «Da febbraio il nuovo Centro trapianti di midollo osseo»

A dirigere il nuovo centro sarà la dottoressa Marta Stanzani con la consulenza del professor Damiano Rondelli dell'Università di Chicago. «Dai 30 ai 40 trapianti all'anno nella nuova struttura»

Sarà operativo dai primi mesi del 2023 il Centro di trapianto di midollo osseo allogenico dell'ospedale Ca’ Foncello. Ad annunciarlo, venerdì 18 novembre, a margine del Congresso “Highlights in Ematologia” che riunisce a Treviso fino a domani i migliori specialisti di Ematologia, è stato il direttore dell’Unità operativa di Ematologia, il dottor Filippo Gherlinzoni

A dirigere il nuovo centro sarà la dottoressa Marta Stanzani, specialista in Ematologia con esperienza ultraventennale presso il Centro trapianto di midollo osseo allogenico dell’Istituto di Ematologia e Oncologia Seràgnoli dell’Università di Bologna. Al Ca’ Foncello è già stato attivato un ambulatorio che collabora al follow-up dei pazienti che hanno effettuato il trapianto presso altri centri in Italia. Obiettivo della nuova struttura, che sarà aperta nell'attuale sede del Ca' Foncello per poi essere trasferita alla Cittadella della Salute, sarà quello di azzerare il numero di pazienti costretti ad andare fuori provincia (o addirittura fuori regione) per il trapianto di midollo osseo non essendoci ancora un centro dedicato nella Marca. In questo modo le complesse procedure di preparazione all’intervento, il trapianto e relativo follow-up (che molto spesso comporta visite a cadenza settimanale) potranno essere molto più accessibili per i pazienti residenti nella Marca. Il nuovo centro è stato favorito anche da un importante lascito privato da parte di un cittadino trevigiano che ha lasciato in eredità al reparto di Ematologia del Ca' Foncello una donazione di ben 800mila euro, fondi che saranno utilizzati per le attività del nuovo centro trapianti.

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I numeri

Nel 2021 sono stati 284 i pazienti ricoverati nel reparto di Ematologia di Treviso e 4956 le sedute di chemioterapia effettuate; nei primi 10 mesi del 2022 sono già stati effettuati 256 ricoveri e 3644 sedute di chemioterapia: si tratta di persone residenti nel territorio dell’Ulss 2 e in provincia di Belluno, finora seguiti a Treviso come centro "hub" nelle prime fasi della malattia e successivamente indirizzati a Centri trapianti in altre sedi.

Convenzione con Chicago

La University of Illinois di Chicago e Ulss 2 intensificheranno le attività di tutoraggio e training per almeno i primi due anni di attività del professor Damiano Rondelli, tra i maggiori esperti internazionali nell’ambito di questa complessa procedura terapeutica. Direttore della Divisione di Ematologia/Oncologia e Responsabile del Centro trapianti di Chicago, Rondelli monitorerà lo sviluppo e la crescita della nuova Unità trevigiana, coordinerà un piano di training a Chicago per i medici, gli infermieri e i biologi trevigiani maggiormente coinvolti nel programma di trapianto e svilupperà un percorso di formazione attraverso un programma di educazione continua.

I commenti

«L’attivazione del nuovo Centro rappresenta una preziosa occasione di crescita e di sviluppo di nuove conoscenze per l’intero ospedale - spiega il direttore sanitario, Stefano Formentini -. Poter prendere in carico i pazienti per tutto il percorso di cura, diminuendo il disagio che questo complesso iter comporta per loro e per le famiglie, costituirà uno step importante».

«Contiamo di effettuare il primo trapianto entro febbraio - ha aggiunto il dottor Gherlinzoni -. Partiremo con alcune camere, per arrivare poi alla piena operatività di quattro camere. Inizialmente saranno collocate all’interno del Ca’ Foncello, in una seconda fase è previsto il trasferimento nell’ambito della Cittadella. Contiamo di arrivare a effettuare 30-40 trapianti l’anno, in modo da poter prendere in carico tutti i pazienti della Marca e della provincia di Belluno». 

«In attesa del completamento dei lavori - ha concluso il professor Rondelli - abbiamo già predisposto i protocolli operativi sia per l’attività di trapianto che per la gestione delle eventuali complicanze».

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