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Cinema chiusi nella Marca, l'amarezza dei gestori: «Governo ha preso un abbaglio»

Fino al 24 novembre le sale cinematografiche del Veneto, così come teatri e locali notturni, dovranno restare chiusi. Cinema in perdita e gli aiuti scarseggiano

Domenica 25 ottobre è stata l'ultima sera di proiezioni per tutti i cinema della provincia di Treviso. Sia i piccoli monosala di provincia che i multiplex dei grandi centri abitati, hanno dovuto spegnere i proiettori dopo la pubblicazione del nuovo Dpcm.

Cinema e teatri restano quindi tra i settori più colpiti dai provvedimenti del Governo, anche dopo le chiusure del primo lockdown. Una crisi che rischia di portare al fallimento molte sale se il nuovo stop (previsto fino al 24 novembre) dovesse essere prolungato anche per il mese di dicembre. Giuliana Fantoni, presidente di Fice Tre Venezie nonché titolare del cinema Edera di Treviso e del multisala Manzoni di Paese commenta la chiusura con queste parole: «Il Governo ha preso un abbaglio: i cinema sono tra i luoghi più sicuri in Italia. Ci aspettavamo delle limitazioni di orario ed avremmo trovato il modo di resistere, adeguandoci e facendo cinema comunque, anche per pochi spettatori, anche in orari diversi dal solito. Non ci è stata data questa scelta e ora dobbiamo chiudere, speriamo solo per un mese. Nel frattempo ci auguriamo che chi deciderà del nostro futuro  tenga presente, visto che si parla di salute, che per molte persone l'andare al cinema o a teatro, rappresenta una medicina, un conforto psicologico e un rimedio alla solitudine. Credo comunque che le decine di messaggi di solidarietà che stiamo ricevendo in queste ore da parte degli spettatori siano la risposta migliore per far capire al Governo che cinema e teatri vanno riaperti il prima possibile».

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Alessandro Tizian, titolare del multisala Cinergia di Conegliano, continua con queste parole: «Ce l'aspettavamo purtroppo questa decisione del Governo. L'errore che si continua a fare è quello di equiparare i cinema a locali come pub e discoteche. In sala tutta la gente sta in silenzio e con la mascherina mentre guarda il film: non c'è luogo più sicuro, chiuderlo è inspiegabile. Noi di Cinergia abbiamo aperto meno di un anno fa e, ad oggi, siamo in perdita. Viviamo con i grandi film americani ma quest'anno ne sono usciti pochissimi, le piattaforme streaming vengono sempre più incentivate anche da colossi come Disney che erano tra i pochi a portare la gente al cinema. In questo modo alle sale restano le briciole. I nostri dipendenti ad oggi sono in cassa integrazione fino a metà novembre, spero venga prorogata quanto prima altrimenti sono pronto ad andare a Roma per protestare. Nonostante tutto comunque, quando arriverà il via libera dal Governo, noi riapriremo. Il cinema è troppo importante». Lo storico cinema Cristallo di Oderzo, infine, è il simbolo di tutti i monosala di provincia che, nonostante abbiano fatto di tutto per riaprire in sicurezza dopo il primo lockdown, oggi si vedono costretti a un nuovo stop di almeno un mese. Paolo e Fabio Casonato, titolari di "Opitergina spettacoli Snc" (società che gestisce dal 1987 il cinema di Oderzo) concludono con questo commento: «Siamo amareggiati e spiazzati dalla decisione del Governo. All'orizzonte vediamo solo incertezza. Ci chiediamo che senso abbia avuto adeguarci a tutte le norme richieste per riaprire in sicurezza se, alla prima occasione, il nuovo Dpcm ci riporta alla chiusura. Siamo ancora in attesa dei ristori previsti dal Governo per il lockdown di marzo. Per fortuna siamo una sala a conduzione familiare e non abbiamo dipendenti esterni da pagare, altrimenti avremmo già dovuto chiudere. Nonostante la situazione sia difficilissima, vogliamo comunque dare un messaggio di speranza - concludono - La passione che abbiamo per il cinema non ce la potrà togliere nessuno e, se la situazione nelle prossime settimane non peggiorerà ancora, noi faremo tutto il possibile per riaprire e far tornare la gente al cinema».

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