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Colline del Prosecco, la Regione contro Zanoni: «Ecco tutte le sue falsità»

L'assessore all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin, risponde in maniera molto critica alle accuse mosse dal consigliere regionale del Partito Democratico. La polemica si accende

L’Assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, interviene sulla polemica innescata a ripetizione dal Consigliere regionale Andrea Zanoni, che contesta la correttezza di due interventi effettuati nell’area Unesco delle Colline del Prosecco, e che nelle scorse ore ha partecipato a una manifestazione sul tema nel Comune di Miane.

Bottacin sottolinea, tra l’altro come «la falsità di Zanoni si sia palesata senza più alcun dubbio», e aggiunge: «Per giorni e giorni Zanoni riempito i giornali dicendo che Zaia e la sua giunta autorizzano la distruzione delle foreste. Cosa assolutamente falsa. Per giorni e giorni gli ho chiesto che esibisca un documento con la firma di Zaia, quella mia o di altro assessore o una delibera della giunta regionale che autorizzi esboschi. Visto che il documento in questione non esiste oggi espone un documento dei servizi forestali regionali di autorizzazione di sistemazione agraria con riduzione di superficie boscata firmato da un dirigente della Regione e non dalla giunta, da Zaia o da me (quindi ha dichiarato il falso) Si potrebbe obiettare - prosegue Bottacin - che il dirigente in questione dipende dalla Regione e quindi qualcuno potrebbe insinuare il dubbio che il dirigente prende ordini dalla giunta. Ma così non è per i seguenti motivi: le ingerenze tecniche da parte della giunta nei confronti dei dirigenti sono un reato. Sta forse insinuando Zanoni che la giunta ha commesso un reato obbligando il dirigente a firmare? Se è  cosi lo dica chiaramente che lo quereliamo seduta stante. Inoltre i dirigenti regionali devono applicare le leggi vigenti e se un soggetto rispetta quanto previsto dalla legge, non possono negare le autorizzazioni. In tal caso ne risponderebbero civilmente e penalmente di fronte alla giustizia (quella vera, non quella di Zanoni). Se fosse vero, ad esempio, che tutti gli atti dei dirigenti medici dipendono dalla giunta regionale allora sarebbe come dire che Zaia prescrive farmaci perché un medico (dirigente della Regione) ha prescritto medicinali in una carta intestata della Regione. Il dirigente ha applicato la legge regionale sulle foreste che è molto più restrittiva della legge nazionale approvata dal Governo Gentiloni del PD, stesso partito di Zanoni. 

Se Zanoni non condivide la legge che il PD ha fatto, almeno si dimetta dal partito per tentare di dimostrare un minimo di coerenza che non ha. In realtà non si dimetterà perché altrimenti a chi può chiedere di candidarsi? La legge forestale prevede che il bosco possa essere tolto per ripristinare coltivazioni che erano presenti in passato. E ciò deve essere dimostrato con documenti. Si tratta perciò di ripristino agricolo e non di distruzione di foresta. Sempre la legge dice che nella parte in cui viene autorizzato l'esbosco e non erano presenti coltivazioni passate, devono essere attualizzate misure compensative con la piantumazione di una superficie doppia (la legge nazionale fatta dal Pd invece non prevede questa misura compensativa). Zanoni - prosegue Bottacin - cavalca le paure della gente cercando di addossare le colpe a Zaia e alla sua giunta e insinuando sempre il dubbio dell'illecito. Siccome l'autorizzazione non viene rilasciata col solo parere dei servizi forestali, ma passa al vaglio di altri soggetti come la Soprintendenza, il Comune, Arpav e anche quella dei carabinieri, vuol far credere che tutti questi enti siano di lazzaroni? La soprintendenza ha autorizzato senza alcuna prescrizione. In Veneto la superficie boschiva è in netta crescita da decenni di migliaia di ettari all'anno. Basta guardare qualche foto del passato delle nostre montagne per rendersi conto che il bosco oggi è molto più esteso e sta creando danni. Ne sa qualcosa chi vive in montagna, non certo un ambientalista da salotto come Zanoni

Per quanto riguarda l'intervento di Miane, oltre alle prescrizioni del Comune, gli uffici dei servizi forestali hanno previsto le seguenti 15 prescrizioni. Dovranno essere seguite tutte le indicazioni tecniche contenute negli elaborati progettuali, nella relazione paesaggistica, nella relazione geologica e nella relazione forestale, parti integranti del presente parere; Siano rispettate tutte le prescrizioni impartite dal Comune di Miane contenute nei propri atti autorizzativi; La regimazione di tutte le acque, dovrà essere eseguita mediante la costruzione di appositi dispositivi (canalette superficiali in terra battuta o altro, drenaggi, tubi forati) per far confluire le acque fino a collettori naturali e/o artificiali presenti, in modo da non innescare dissesti o problematiche di ordine idrogeologico; Sarà cura del D.L. integrare la rete di drenaggio soprattutto in presenza di stillicidi o di altre venute d’acqua; Dovrà essere ottemperato alla seguente prescrizione emessa da ARPAV in sede di C.T.R.D.: la gestione come sottoprodotto delle Terre e Rocce da Scavo prodotte nel corso dell’intervento deve seguire quanto disposto dal DPR 120/2017, (a cui fa riferimento la Circolare di Indirizzi Orientativi della Regione Veneto prot. n. 353596 del 21.08.2018),Titolo II, Capo II e III, nel caso di riutilizzo dei materiali da scavo al di fuori del sito di scavo, o Titolo II, Capo IV, nel caso di riutilizzo del materiale da scavo nello stesso sito di scavo. La relativa documentazione deve essere inoltrata ad Arpav almeno 15 giorni prima dell’inizio lavori. La modulistica prevista dalla citata normativa deve essere predisposta utilizzando l’applicativo web regionale (raggiungibile all’indirizzo https://www2.arpa.veneto.it/terrerocce/); L’impianto dovrà essere dotato di pali di testata in legno e pali intermedi in legno e/o corten; Gli sterri e i riporti saranno minimi, comunque non dovranno essere superiori a m 1,00; Dovrà essere eseguito il rapido rinverdimento di tutte le aree smosse, comprese le piste di coltivazione, mediante semina di graminacee e foraggiere autoctone. Pertanto il vigneto da eseguirsi dovrà essere associato a prato stabile. La semina delle specie erbacee dovrà avvenire immediatamente ed anche prima della messa a dimora delle barbatelle; I lavori con le prescrizioni dovranno essere eseguiti entro i termini di anni 3 (tre) dalla data dell’autorizzazione; Il terreno da disboscare dovrà avere una superficie di mq 8.140 secondo quanto riportato negli elaborati grafici di progetto; La misura compensativa non è necessaria in quanto l’area ricade in zona montana così come definita dalla L. 97/1994 e dalla L. R. 51/1993, configurandosi come un recupero colturale di area a vocazione agricola, relativamente ai mappali n. 50 e 378, mentre la parte di riduzione di complessivi mq 63 di area classificata a bosco misto che viene prevista sul parte del mappale 47 verrà compensata attraverso il miglioramento boschivo (misura b) di una superficie doppia (pari a mq 126) con recupero di esemplari di Castagno presenti lungo una fascia sullo stesso mappale n. 47; La ditta interessata dovrà comunicare alla U.O. Forestale Est – sede di Treviso e Venezia la data di inizio dei lavori, nonché i nominativi del Direttore dei Lavori e dell’Agronomo/Forestale che dovranno sottoscrivere per accettazione; I tecnici nominati, unitamente alla Ditta incaricata, saranno responsabili del buon andamento dei lavori autorizzati e dell’osservanza di tutte le prescrizioni impartite con l’autorizzazione, nonché delle disposizioni tecniche contenute negli elaborati progettuali, parte integrante dell’autorizzazione stessa. Il Direttore dei Lavori potrà dettare tutte le prescrizioni del caso, atte ad impedire dissesti, smottamenti o qualunque altra problematica di ordine idrogeologico. Lo stesso Tecnico dovrà trasmettere a fine lavori il Certificato di Regolare Esecuzione; In caso di mancata comunicazione dei nominativi del Direttore dei Lavori e dell’Agronomo, i lavori non potranno essere iniziati e la validità della presente autorizzazione decadrà con effetto immediato; Dovranno inoltre essere osservate le eventuali disposizioni tecnico - operative che la U.O. Forestale Est – sede di Treviso e Venezia riterrà opportuno assumere per la corretta esecuzione dei lavori anche in corso d’opera».

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