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Incontro con Ernesto Olivero al teatro "Toniolo" di Conegliano

Ha lavorato per aziende e banche del torinese per poi abbandonare tutto e creare, insieme alla moglie e ad un gruppo di giovani, il Servizio Missionario Giovani (Sermig)

Venerdì 29 marzo si terrà presso il Teatro Toniolo di Conegliano un incontro con Ernesto Olivero fondatore del Sermig di Torino – Arsenale della pace. L’evento, con inizio alle 20.30, è aperto a tutti ed è organizzato dal settimanale diocesano l’Azione e da OVCI-La Nostra Famiglia, con la partecipazione del coro Gli Sconcertati ed il patrocinio del Comune di Conegliano. Ernesto Olivero, laico, sposato con figli e nipoti, ha lavorato per aziende e banche del torinese per poi abbandonare tutto e creare, insieme alla moglie e ad un gruppo di giovani, il Servizio Missionario Giovani (Sermig). Come lui stesso afferma, “la mia avventura è nata da un’emozione, volevo dar da mangiare agli affamati - e poi continua - quando si inizia un’avventura non si sa mai dove si va a finire. L’idea che avevo era quella di combattere la fame nel mondo. Ma il punto di partenza fu la compassione per un povero che non aveva un tetto sotto il quale passare la notte”.

In questi anni Olivero ha costantemente cercato metodi semplici per conquistare i giovani coinvolgendoli nella sua opera (organizzazione di incontri, mostre e mercatini per raccogliere fondi). La realtà del Sermig è cresciuta sempre di più a livello numerico e negli anni ha anche trovato spazio nel cuore di persone importanti, quali Madre Teresa di Calcutta, Norberto Bobbio, dom Helder Camara e Papa Paolo VI, che in un incontro ha spronato il fondatore affermando: “Spero che da Torino, dal Piemonte, terra di santi, venga una rivoluzione d’amore”. L’arsenale della Provvidenza. Il Sermig è situato dentro alcuni spazi dell’ex arsenale militare di Torino, posto in uno dei quartieri più malfamati della città. L’area ridefinita Arsenale della pace, su consiglio di Giorgio La Pira che invitava a trasformare «le armi in strumenti di lavoro e di pace», occupa circa 45.000 metri quadrati, offrendo 1.900 posti letto e 2.590 pasti in quello che è diventato un vero e proprio “monastero metropolitano”. Qui è nata, inoltre, la Fraternità della Speranza, che conta attualmente un centinaio di aderenti: giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache che si dedicano a tempo pieno al servizio dei poveri, alla formazione dei giovani, con l’intento di essere segno di speranza nel mondo.

I numeri sono notevoli: 92 paesi coinvolti, 77 missioni di pace, 5.300 volontari, 22.200.000 ore di volontariato, 3.200 posti di lavoro trovati, 4.800 allievi ai corsi di alfabetizzazione. Il Sermig viene aiutato per il 93,3% dalla gente comune, dal 2,7% in Italia da Enti pubblici e dall’1,6% dalle Banche e dalle fondazioni bancarie. “Oggi – dice Olivero – i più poveri in assoluto sono i giovani cresciuti tra tanto consumismo e tanto qualunquismo. La nostra speranza è che vi sia una riconciliazione tra giovani e meno giovani per una nuova rinascita”.

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