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Conservatorio Steffani: nuova sede e un corso per musica da film

A 50 anni dalla sua fondazione il conservatorio castellano appare più vivo che mai. Il direttore Stefano Canazza: “Siamo l'università della musica di due province”

Grande festa giovedì 22 novembre per l'inaugurazione del nuovo anno accademico del conservatorio Steffani di Castelfranco. L'università della musica è arrivata a coprire ormai due province: Treviso, dove ha sede e Belluno, grazie all'accordo di gestione della scuola Antonio Miari, storico istituto musicale delle Dolomiti.

Oggi il conservatorio conta 400 studenti e 80 docenti. Produce 20 mila ore di lezioni frontali, in gran parte individuali e 5.920 ore di produzione e ricerca. La struttura ha un bilancio complessivo di circa 5 milioni di euro annuali. Il direttore Stefano Canazza è inoltre stato recentemente nominato dal ministro Bussetti membro della commissione per la redazione del codice della legislazione scolastica, università, dell’alta formazione artistica musicale e coreutica e della ricerca. «Chi come noi opera nel concreto delle istituzioni è chiamato a dare il proprio contributo alla semplificazione e allo snellimento delle procedure amministrative. Desideriamo che i conservatori italiani  si affranchino progressivamente dal peso della macchina burocratica per concentrarsi su didattica, produzione e ricerca». Ma una nuova voce d'incremento riguarda i progetti esteri. Tra Erasmus, Erasmus plus e altri protocolli con istituti stranieri in Spagna, Moldavia, Argentina, Africa, il conservatorio Steffani ha ottenuto dall'Unione europea e dal Miur un finanziamento per oltre 400 mila euro nel quadriennio 2016/2020.

Da quest'anno inoltre lo Steffani ha attivato il master di II livello di pianoforte. Il post diploma, l'unico ad oggi attivato nel conservatorio trevigiano, richiama 8 studenti da tutto il mondo. Presenti giovani professionisti da Usa, Asia e varie città italiane. Mentre il progetto sulla nuova sede sta prendendo forma (si attende infatti il 6 febbraio 2019 per la chiusura definitiva della presentazione del progetto), nella prossima primavera a casa Giorgione si terrà la prima esposizione della collezione di strumenti antichi di proprietà del Comune in gestione allo Steffani, che oggi sono affidati alle cure della dottoressa Melina per la pulitura, l'inventario e la catalogazione. Tra i rapporti di maggiore interesse si sottolinea la collaborazione con l'Università di Padova per Villa Bolasco. Dopo una mini-stagione nell'autunno del 2017, in occasione del premio Parco più bello d'Italia il Conservatorio ha partecipato alla giornata di premiazione e il 3-4 novembre ultimo scorso in occasione dell’apertura alla città con vari recital e momenti musicali interni agli spazi della Villa. «Siamo molto orgogliosi di questa sinergia collaborazione tra due Istituzioni che si occupano entrambe di formazione superiore» conferma Stefano Canazza. In settembre infine il Conservatorio di Castelfranco ha stretto un accordo con la Camera di Commercio di Treviso e Belluno per un carnet di eventi da portare sul territorio: 90 mila euro per tre anni. Così la musica dal vivo esce dai teatri e arriva nei diversi comuni. Il Conservatorio Agostino Steffani sta infittendo la rete di collaborazioni con il Comune di Treviso, dialogando stabilmente con la Fondazione Benetton Studi Ricerche e operando in stretta vicinanza con il sindaco Mario Conte e l’assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti. «Questi dati, il nostro stesso operare, la vita di questa istituzione dimostrano che non c'è nulla di più inesatto dell'affermazione che con la cultura non si produca reddito - conferma Canazza - Secondo stime recenti Cultura, bellezza e creatività valgono il 16,7% del Prodotto interno lordo italiano, circa 250 miliardi. Nel 2019 il conservatorio castellano compirà 50 anni e per l'occasione abbiamo messo in cantiere un calendario di 12 mesi - conclude il direttore - tra gli eventi di spicco, un grande contest sulle Mura in collaborazione con l’Università di Buenos Aires e un nuovo corso che sarà dedicato alla musica per film».

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