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Lavoro e contratti di secondo livello: impegno comune per il rilancio

Importante incontro tra Assindustria e le sigle sindacali di Padova e Treviso. Negli ultimi due anni 200 nuovi accordi. Crescita in stallo nel primo semestre (+1,6%), debole l’export

Impegno comune di Assindustria Venetocentro, Cgil, Cisl e Uil di Padova e di Treviso sulla crescita e il lavoro del territorio, per dare un impulso, attraverso le relazioni industriali, alla competitività delle imprese e alla valorizzazione del lavoro, in una fase insidiosa di rallentamento nel comparto manifatturiero, crescita in stallo nel primo semestre, nuove crisi aperte e cassa integrazione in aumento.

È l’esito dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi tra Assindustria Venetocentro Imprenditori Padova Treviso (AVC), con la Presidente Maria Cristina Piovesana, il Presidente Vicario Massimo Finco e la Vicepresidente delegata alla Relazioni sindacali Antonella Candiotto, e i vertici di Cgil, Cisl e Uil rappresentati dai Segretari Aldo Marturano (Cgil Padova), Mauro Visentin (Cgil Treviso), Cinzia Bonan (Cisl Treviso Belluno), Samuel Scavazzin (Cisl Padova Rovigo), Guglielmo Pisana (Uil Treviso Belluno) e Riccardo Dal Lago (Uil Padova Rovigo). A Palazzo Giacomelli a Treviso, Assindustria Venetocentro e i Sindacati hanno dato avvio a un tavolo di confronto, con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze portate dalle trasformazioni nel mondo del lavoro e dell’impresa, rivoluzione digitale e sostenibilità. Il dialogo delle parti sociali come metodo e risorsa per trovare, accanto agli interessi rappresentati, il punto d’incontro sulle priorità da condividere per la crescita e il lavoro di qualità, anche delle nuove generazioni, è stata la chiave dell’incontro. Il primo congiunto, Padova Treviso, dopo l’integrazione, con il proposito di continuare nel percorso per contribuire al recupero di competitività e al collegamento tra produttività e retribuzioni, attraverso modelli avanzati di contrattazione, in un contesto interno e internazionale fragile. Assindustria e sindacati hanno esaminato i dati della congiuntura economica nel territorio: nel primo semestre i livelli di attività nel settore manifatturiero hanno continuato a espandersi, ma a un ritmo ridotto (+1,6%). Debole anche l’export (+0,4%). Prosegue l’aumento dell’occupazione (+12.145 unità nel primo semestre, il 50,1% nell’industria), a velocità meno sostenuta delle ultime rilevazioni. Tra luglio 2018 e giugno 2019 le aziende interessate a Padova e Treviso da crisi aziendale sono state 77, poco più dell’anno precedente. In lieve aumento le aperture di crisi nel primo semestre (35 contro 31). Riguardo alla cassa integrazione, nei primi 9 mesi quella ordinaria registra un aumento aggregato del 26,3% con dinamiche molto differenti nelle due province (Padova -14,8%, Treviso +52,0%) e una diminuzione del 15,3% della straordinaria con dinamiche opposte (Padova +15,2%, Treviso -44,4%). Nel complesso, le ore autorizzate aumentano del 10,1%.

Rafforzare le relazioni industriali e la coesione per reagire alle difficoltà congiunturali e a specifiche criticità (come l’automotive) è una delle priorità delle parti sociali. Dall’incontro sono emerse convergenze su altri temi di attualità, come welfare, formazione, cuneo fiscale. In particolare sulla contrattazione di secondo livello, luogo di sintesi tra interessi diversi ma convergenti, per sostenere la crescita delle aziende e incrementare i salari dei lavoratori. Ad oggi, a Padova e Treviso nell’industria in senso stretto oltre il 50% dei lavoratori è coperto da un contratto aziendale, in particolare nelle imprese più strutturate. Solo negli ultimi due anni Assindustria Venetocentro e Sindacati hanno sottoscritto 200 accordi. L’obiettivo è estendere la contrattazione decentrata, specie nelle realtà più piccole, a fianco ad altri strumenti di incentivazione. Tra gli altri temi del confronto, gli effetti di ‘quota 100’ nel tessuto produttivo del territorio, l’esigenza di valorizzare e premiare flessibilità e merito, l’incentivo a programmi di formazione continua in azienda.  Assindustria Venetocentro, Cgil, Cisl e Uil definiranno a breve i prossimi incontri per proseguire il confronto e individuare le priorità di intervento. «Auspichiamo che questo confronto tra le parti sociali diventi un tavolo permanente, nel rispetto della storia e degli  interessi rappresentati da ciascuno, per valorizzare insieme le imprese e i loro collaboratori, tra soggetti che operano per il bene della comunità, che in questa fase corrisponde alla crescita e al lavoro - dichiara Maria Cristina Piovesana, Presidente di Assindustria Venetocentro - Oggi si tende a marcare le differenze, a frammentarsi, a muoversi nel breve periodo. Vorremmo dare un esempio diverso, cercare quello che ci unisce, contribuire a creare benessere sociale e opportunità, guardando in particolare ai giovani. E condividere con le Organizzazioni Sindacali le ragioni che hanno dato vita ad Assindustria Venetocentro, oltre i confini provinciali, per innovare il perimetro e i traguardi dell’azione di rappresentanza». «I temi industriali e del lavoro sono troppo spesso sottovalutati o motivo di scontro nel Governo alla ricerca di un consenso temporaneo. Ma senza le imprese non si crea sviluppo né lavoro - dichiara Massimo Finco, presidente Vicario di Assindustria Venetocentro - Bisogna voltare pagina per mettere al centro la crescita e il lavoro. Il premio di risultato rimane lo strumento più importante di partecipazione, condivisione di obiettivi e produttività. È un obiettivo imprescindibile e vogliamo promuoverlo insieme, per estendere i benefici di salari detassati e welfare a imprese e lavoratori. Non aiuta un cuneo fiscale tra i più alti. Ridurlo in modo percepibile è nell’interesse di tutti, continueremo a incalzare Governo e Parlamento per rafforzare un intervento poco più che simbolico».

Per Antonella Candiotto, cicepresidente di AVC per le Relazioni sindacali «la contrattazione aziendale consente, nella specificità di ogni impresa, di promuovere strumenti di conciliazione, come la ‘banca ore’ adottata in alcune aziende, di staffetta generazionale e di organizzazione ‘snella’ del lavoro che sempre più stanno entrando nelle piccole e medie imprese, con risultati importanti di scambio virtuoso produttività-retribuzioni e soddisfazione delle persone. Possono diventare esempi di sostenibilità sociale, reputazione e attrattività, soprattutto tra i giovani più qualificati. Sui premi di risultato in particolare, chiediamo di ridurre la tassazione per renderli più attraenti». «In una realtà complessa e in rapidissima evoluzione - dichiarano i Segretari Aldo Marturano (Cgil Padova), Samuel Scavazzin (Cisl Padova Rovigo) e Riccardo Dal Lago (Uil Padova Rovigo) - è importante definire soluzioni innovative in grado di dare risposte efficaci alle mutate esigenze dei lavoratori. L’auspicio è che questo primo incontro costituisca la base per future sinergie e per un sistema territoriale di relazioni industriali che migliori la qualità del lavoro. Dal primo confronto è emersa la volontà delle parti di delineare un percorso sui grandi temi come la contrattazione, la bilateralità e il welfare, nei quali abbiamo sempre creduto e che dovranno essere approfonditi singolarmente. Senza dimenticare che, a livello nazionale, è tuttora aperta la partita del rinnovo dei contratti collettivi, che va chiusa positivamente e in tempi rapidi, migliorando le condizioni dei lavoratori a partire dalle retribuzioni. Solo così sarà possibile tornare a crescere, dopo oltre un decennio di crisi economica che facciamo ancora fatica a lasciarci alle spalle». Per i segretari Mauro Visentin (Cgil Treviso), Cinzia Bonan (Cisl Belluno Treviso) e Guglielmo Pisana (Uil Treviso Belluno), «un confronto senza dubbio positivo che ha creato aspettative importanti, per quanto ci riguarda. Siamo pronti ad inaugurare un periodo che porti ad aumentare la contrattazione in quantità (nel numero di aziende e lavoratori coinvolti), in qualità sia per quanto riguarda l’aspetto economico, sia per quanto concerne l’ambiente di lavoro. C’è una grossa opportunità determinata dalla rivoluzione tecnologica in atto, opportunità che deve portare benefici anche ai lavoratori attraverso la conciliazione dei tempi di vita con quelli del lavoro e attraverso la salubrità dei luoghi di lavoro. Puntando ad una economia che rivolta al futuro sia attenta alla sostenibilità del prodotto e del territorio».

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