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Coronavirus, dilagano gli asili "fai da te". Conte: «Vanno denunciati»

Rachele Pezzillo, direttrice e proprietaria dell'asilo nido "Luna d'Oro" di Quinto: « E' necessario che le autorità intervengano. Per svolgere questa attività non basta la "buona volontà" o il tempo libero, occorre essere formati, preparati e autorizzati»

Scuole, asili e nidi chiusi, bambini costretti a casa fino al 3 aprile. Nel marasma che ha investito le famiglie trevigiane scoppia la polemica sul "fai da te" della cura ai più piccoli, una valanga di inserzioni soprattutto su Facebook che si stanno diffondendo come una vera e propria epidemia nelle pagine dei gruppi chiusi e pubblici composti da mamme. Si tratta di persone che si offrono di tenere -ovviamente dietro compenso- gruppetti di bambini. "Nel massimo rispetto delle norme igienico sanitarie" viene aggiunti in coda ai post.

«Ho la casa grande con il giardino, posso organizzare attività di gioco e anche aiutare con i compiti che vengono dati dalle scuole»: si legge in alcuni di questi annunci. «Mia sorella è specializzata in pedagogia, insieme offriamo un servizio un servizio qualificato»: scrive qualcun altro. «Denunciateli, sono attività illegali -tuona il sindaco di Treviso Mario Conte- non basta fare segnalazioni su queste situazioni nei social network o nei gruppi whatsapp, è solo una steile polemica che non serva a nulla. Chi avvista gli annunci deve chiamare le forze dell'ordine».

«Mentre asili e nidi pubblici e privati sono giustamente chiusi per prevenire il contagio -spiega Rachele Pezzillo, direttrice e proprietaria dell'asilo nido "Luna d'Oro" di Quinto- dilaga l'abusivismo. E' qualche cosa di sbagliato non solo perché si cerca di lucrare in questa fase emergenziale ma soprattutto perché vengono di fatto aggirate le disposizioni sui divieti relativi alle concentrazioni di persone che sono stati emanati dal Consiglio dei Ministri. E' necessario che le autorità intervengano. Per svolgere questa attività non basta la "buona volontà" o il tempo libero, occorre essere formati, preparati e autorizzati, avere dei locali a norma e che rispettino indicazioni molto precise, non è possibile che adesso ogni casa diventi un asilo spontaneo».

«Comprendiamo le difficoltà delle famiglie che hanno figli a casa da scuola e in cui i genitori continuano a dover lavorare - conclude la proprietaria del "Luna d'Oro" - ma invitiamo tutti non solo a rispettare le prescrizioni in atto ma soprattutto ad avere considerazione e rispetto per i propri figli». Intanto si stima che la chiusura forzata potrebbe mettere in pericolo mezzo migliaio di posti di lavoro in tutta la Marca. Molte strutture private hanno già utilizzato il fondo di integrazione salariale per coprire una parte dei costi del personale, la maggior parte sta inoltrando ai propri consulenti del lavoro le pratiche per chiedere la cassa integrazione in deroga. Ma tante operatrice non hanno contratti di lavoro dipendente. Si tratta di circa un quarto dei lavoratori del settore per i quali, al momento, non ci sono strumenti di ammortizzazione sociale accessibili.

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