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Martedì, 3 Ottobre 2023
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Coronavirus, runner nel mirino: fotografati e messi alla gogna su Facebook

Il decreto per contenere il contagio da Coronavirus non vieta, per ora, l'attività fisica all'aperto. Nonostante ciò un numero sempre crescente di odiatori si sfoga con insulti gratuiti. Un modo per non vedere la gente correre però c'è: stare a casa

L'ultima triste moda che si sta diffondendo sempre più sui social, in questi giorni di isolamento per contenere il contagio del Coronavirus, è quella di dileggiare runner o podisti, talvolta addirittura fotografandoli a loro insaputa e pubblicando le loro foto su Facebook. Episodi di grave inciviltà come questi si stanno moltiplicando in numerosi gruppi della provincia di Treviso mentre il numero di post contro gli amanti della corsa sono decine e decine. Tralasciando la condotta illegale di chi compie questo tipo di azioni (rischia infatti una denuncia per una serie di reati), è giusto mettere un punto sulla materia: l'attività all'aria aperta, attualmente è consentita, almeno fino a quando il Governo ci dirà che è espressamente vietata.

Aldilà di inviti, appelli, più o meno urlati, basta agire seguendo la luce della legge e quella del buon senso. Runner e podisti, correndo in zone verdi, in totale solitudine, non provocano in nessun modo la diffusione del coronavirus, diversamente da chi passeggia in gruppo la domenica mattina tra decine di altre persone. E' più probabile che il contagio si diffonda maggiormente da chi esce ogni giorno per andare a fare la spesa (i supermercati sono sempre gremiti in questi giorni) o chi è costretto a lavorare, nelle fabbriche e in altri posti di lavoro, dove a volte è davvero difficile mantenere le distanze di sicurezza. Certo, molti diranno che correre è un'attività futile ma è altrettanto vero che tra quelle consentite non è certamente la più pericolosa o maggiore fonte di contagio. Tornando ai tanti odiatori che si stanno moltiplicando su Facebook, consigliamo loro un buon metodo per non vedere la gente in giro, correre o camminare: rimanere a casa. Pare scientificamente provato che è impossibile vederli se si rimane tra le mura domestiche, senza magari piantonare finestre e terrazzi come cecchini.

Personalmente stamattina, poco dopo le 8, sono uscito a correre (come sono costretto a fare da quando le palestre sono state chiuse, così come i campi da calcetto), favorito dal trovarmi in una zona vicina alla campagna che circonda Treviso: partendo da casa mi sono spinto per tre chilometri nei campi per poi fare ritorno a casa. Una sgambata di poco più di mezz'ora nel silenzio delle strade deserte. Ho incontrato lungo il mio tragitto solo due persone (a spasso con il cane) oltre ad alcune auto, molte meno rispetto solo a due giorni fa. L'impressione è che i cittadini, per la stragrande maggioranza, stanno rispettando le regole e agiscono nel buon senso.

Zaia pronto a varare misure più restrittive

«Non avrei mai pensato come amministratore di dover ogni giorno leggere il numero dei morti, oggi siamo a 115 decessi, è un bollettino di guerra», prende avvio da questa amara considerazione il governatore del Veneto Luca Zaia per il consueto punto stampa di oggi, giovedì 19 marzo, dedicato all'emergenza coronavirus. Il governatore Zaia ha quindi subito specificato: «Ho parlato già stamattina con il ministro della Salute Roberto Speranza, ma se il governo non adotta misure più restrittive mi vedrò costretto ad adottare, per quanto possano stare in piedi, delle ordinanze regionali. Spero, - ha quindi sottolineato Zaia - che si adottino misure più restrittive per quel che riguarda i passeggi, le corsette e quant'altro. Mi spiace, ma l'alternativa sono ricoveri, terapie intensive e contagi. Mi auguro anche che il governo si decida a chiudere i negozi la domenica, perché non è indispensabile andare a fare la spesa la domenica».

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