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Coronavirus, Zaia: «38 focolai in Veneto ma il 70% dei positivi è asintomatico»

Lunedì 27 luglio il presidente del Veneto ha tenuto un nuovo punto stampa sull'emergenza Covid-19: «Il virus non se n'è andato, ma od oggi l'impatto sugli ospedali non c'è»

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto nella giornata di lunedì 27 luglio dalla sede della Protezione civile di Marghera per fare il punto sulla situazione legata all'emergenza Coronavirus in Veneto. Zaia ha inaugurato l'intervento ricordando il numero di tamponi sin qui svolti: «Il tampone, ad oggi, è l'unico strumento diagnostico per il Covid-19. In Veneto abbiamo sempre continuato a farli. Il 18 maggio è stato firmato il Dpcm che ha dato il via alle varie aperture. In Veneto non abbiamo aperto prima delle altre regioni. E' stata una data fondamentale uguale in tutta Italia. In due mesi il numero di positivi è aumentato di 865 persone ma il dato più interessante sono gli isolamenti 1153 in meno rispetto al 18 maggio. I dimessi sono 554 in più rispetto al 18 maggio. I ricoverati sono passati da 541 (di cui 263 positivi) a 114 (dei quali 31 positivi), vuol dire 427 persone in meno ricoverate negli ospedali. Le terapie intensive erano 51, oggi sono 6 e sono tutti pazienti negativi. Il totale dei morti è aumentato raggiungendo quota 2064, 261 morti in più rispetto al 18 maggio. I morti in ospedale sono aumentati da 1322 a 1444. Abbiamo 38 focolai esistenti, 19 importati dall'estero e 19 nati in Veneto.

Il virus non se n'è andato, chiedo ancora a tutti la massima attenzione e il rispetto delle indicazioni contenute nel Dpcm. Va utilizzata la mascherina nei locali chiusi e bisogna igienizzarsi le mani. Ma oggi clinicamente l'impatto del virus sugli ospedali non c'è. Non siamo davanti a una situazione drammatica ma il 70% dei positivi è asintomatico. Sappiamo con certezza che l'età media dei contagiati è diminuita di 20 anni. Fino ai primi di luglio abbiamo avuto una diminuzione dei focolai a cui è seguito un aumento a causa dell'arrivo in Veneto di casi extra-europei. Abbiamo tanti isolamenti perché siamo virtuosi nell'individuare subito tutte le persone collegate al caso positivo. Siamo in attesa della validazione del tampone rapido perché sarà uno strumento fondamentale in vista dell'autunno. Far tutto solo con i tamponi classici non è più possibile, lo ribadiremo nel nuovo Piano di sanità pubblica che presenteremo nei prossimi giorni. Ultimo aspetto, l'indice R con T. Spero che il Ministero faccia una distinzione tra i positivi arrivati dall'estero e quelli nati in Veneto. Il nostro indice regionale è aumentato nelle ultime settimane per l'arrivo dei casi esteri, non quelli autoctoni. Il Dpcm scade il 31 luglio insieme allo stato emergenziale. Per quel giorno cercheremo di capire quali misure verranno rinnovate dal Governo e se mantenere lo stato emergenziale. Insieme al Piano di sanità pubblica farò anche una nuova ordinanza per l'aggiornamento delle norme che dovranno seguire. Ora la vera sfida sarà quella di tracciare i contatti dei positivi nel minor tempo possibile. Vedrete che alla fine ci daranno un test che compreremo in farmacia e faremo autonomamente come quello della glicemia».

Il video del punto stampa

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