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Focolaio Covid dopo il viaggio ad Assisi: 92 persone coinvolte

L'Ulss 2 ha scoperto un nuovo cluster nel Coneglianese con: 24 positivi, 3 casi sospetti e 65 contatti stretti. In isolamento il parroco di Parè. In terapia intensiva il "caso indice", un 78enne vaccinato

Il dipartimento di prevenzione dell’Ulss 2 sta seguendo, nel distretto di Pieve di Soligo, un focolaio Covid composto al momento da 92 persone: 24 positive, 3 casi sospetti e 65 contatti stretti.

Il cluster è stato scoperto al rientro della comitiva da un viaggio ad Assisi effettuato la scorsa settimana: buona parte delle persone coinvolte aveva viaggiato a bordo di due pullman, 16 partecipanti avevano invece raggiunto l’Umbria in auto. Tra loro anche il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, risultato negativo al tampone. Il primo cittadino aveva raggiunto l'Umbria in macchina. In isolamento il parroco di Parè. Il presunto "caso indice" da cui avrebbe avuto origine il cluster è invece un 78enne vaccinato con una sola dose, attualmente ricoverato in terapia intensiva. Il focolaio sembra essersi diffuso tra i partecipanti del gruppo "Presepio artistico Parè di Conegliano", partito domenica 5 dicembre dalla Marca per raggiungere la città umbra. La delegazione aveva allestito la navitità nella Basilica superiore di San Francesco e il presepe era stato ripreso anche dalle telecamere Rai per una speciale puntata che andrà in onda il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano. Al rientro nella Marca la comparsa dei primi casi di positività.

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Il sindaco di Assisi: «Raccomandiamo a tutti di attenersi alle norme»

In merito alla notizia diffusa dalle agenzie relativa al cluster di 92 pellegrini che avrebbero contratto il Covid dopo un viaggio ad Assisi, il sindaco di Asssisi Stefania Proietti dichiara che «il gruppo non si trova in città e di sicuro i pellegrini non possono aver preso il virus ad Assisi perché non risulta alcuna rilevazione o tracciamento da parte del Dipartimento di prevenzione dell’Asl1 dell’Umbria con cui siamo costantemente in contatto. E’ molto più probabile che il virus sia stato contratto durante il viaggio o in altri luoghi. Pur partecipando alla preoccupazione di tutte le persone che si trovano in questi giorni a combattere contro il Covid, pare scorretto e strumentale tirare in ballo il nome di Assisi come se fosse un posto insidioso e pericoloso per il contagio della pandemia. Da mesi raccomandiamo i cittadini e i turisti - ha aggiunto il sindaco - di attenersi alle misure di sicurezza, da mesi invitiamo tutti a sottoporsi al vaccino, e in tutte le occasioni in cui si possono verificare afflussi di persone adottiamo regole ferree come di recente l’obbligo delle mascherine anche all’aperto per tutto il periodo delle festività natalizie. Assisi è una città sicura, accogliente e respingiamo qualsiasi attacco che possa danneggiare la nostra immagine».

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