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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Positivo al Covid allenatore del Treviso volley: «Quanto si impara dalla pandemia»

Il racconto di Michele Zanin, coach dell’under 19/serie B, nonché direttore tecnico del club orogranata: dopo alcuni giorni in isolamento fiduciario è risultato positivo al coronavirus e sta passando questo periodo a casa

Ci voleva il covid per tenere Michele Zanin, iconico allenatore di Volley Treviso, lontano dalla palestra e dai suoi ragazzi. Il coach dell’under 19/serie B, nonché direttore tecnico del club orogranata, dopo alcuni giorni in isolamento fiduciario è risultato positivo al coronavirus e sta passando questo periodo a casa, in una situazione assolutamente nuova per lui che di solito non si ammala mai: «I sintomi che sto avendo sono quelli di un’influenza abbastanza pesante – racconta il professore di Mogliano - A parte la perdita dell’olfatto e del gusto, tipici del covid19, ho febbre, anche se non molto alta, congestione naso-gola e parecchi dolori articolari. Non ho ricordi di aver avuto in vita mia più di un paio di volte la febbre, mai a più di 37,5° peraltro, e questo nonostante il mio lavoro di insegnante e di allenatore sempre a contatto coi ragazzi per oltre 30 anni».

Anche se sono passati circa dieci giorni dall’inizio dell’isolamento, per Michele si tratta del periodo più lungo senza pallavolo, senza tenere conto del periodo di lockdown di un anno fa: «Quel paio di volte in cui mi sono leggermente ammalato era pure durante le vacanze di Natale, un periodo senza scuola e allenamenti – sorride – quindi decisamente non sono mai stato lontano così a lungo dai miei ragazzi. So però di avere in palestra dei fidati collaboratori che portano avanti il lavoro: con il mio vice, Federico Salvego, lavoriamo fianco a fianco da 15 anni e ormai pensiamo alle stesse cose nello stesso momento. Anche con Alberto e Stefano (Andreoli e Cal, rispettivamente preparatore atletico e fisioterapista, ndr) abbiamo tanti anni di collaborazione alle spalle, per non parlare di Guido Ordaliso, mio fido dirigente da sempre». 

Un team di persone sempre presenti e attente ai bisogni della squadra: «Capisco ora ancora di più quanto sia importante per un allenatore o comunque per una figura che insegna ai giovani riuscire a garantire una presenza costante. Più della genialità o della bravura tecnico/tattica conta essere regolari, perseveranti, sempre presenti in palestra in tutti i sensi. Questo fa assolutamente la differenza». 

Stasera, in occasione della gara contro Portogruaro, per la prima volta non sarà in panchina e guarderà il match da casa. Che effetto le farà? «È una situazione che non ho veramente mai contemplato, devo essere sincero. Fortunatamente la tecnologia ci permette di vederla in diretta: per una volta farò da spettatore. Questa pandemia ci sta insegnando che dobbiamo essere pronti ad adattarci a tutto e in tutti i campi; anche l’allenamento va organizzato cecando di prevedere tutte le situazioni che potrebbero verificarsi e i risultati degli allenamenti e delle partite vanno analizzati tenendo conto del fattore covid. È diverso da quanto eravamo abituati a fare, ma non c’è scampo, bisogna evolversi e fare del proprio meglio accettando la cosa».

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