rotate-mobile
Venerdì, 22 Settembre 2023
Attualità

Crisanti critica i test fai da te del Veneto: «Soluzione peggiore del problema»

Il professore ospite del programma "Timeline" su Sky Tg24 ha esposto quali sono secondo lui i limiti del nuovo test presentato da Zaia. Sui decessi: «Numeri ancora in crescita»

Il direttore del laboratorio di Microbiologia dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, è stato ospite mercoledì 18 novembre della programma "Timeline" di Sky Tg24. Una lunga intervista in cui il professore ha toccato i temi salienti dell'emergenza Covid in Italia.

Tra questi non è mancato un commento sui test fai da te presentati a inizio settimana dalla Regione Veneto durante il punto stampa del Governatore Luca Zaia. La Food and drug administration ha approvato proprio oggi un primo test fai da te dal costo di 50 dollari. Crisanti ha detto: «Se facciamo il test a casa e risulta positivo non lo sa nessuno. Il Covid è una malattia trasmissibile con obbligo di notifica. Senza notifiche non siamo in grado di monitorare più nulla. Con questo sistema i dati del bollettino della Protezione civile sull'andamento dell'epidemia non avranno più nessun valore e sarà impossibile continuare a fare con precisione le operazioni di monitoraggio e sorveglianza dei positivi. A chi dice meglio questi test piuttosto che niente io rispondo che non sono d'accordo perché mi sembra che la soluzione (i test fai da te) sia peggiore del problema». L'intervista era iniziata con un commento del direttore sull'andamento della pandemia in Italia: «Il numero dei contagi che noi identifichiamo ogni giorno con i tamponi, forse è ancora una sottostima del numero reale e comunque non credo questi numeri vadano a calare nel breve periodo, perché purtroppo il numero dei morti riflette il numero dei contagi precedente di circa due tre settimane - ha aggiunto - Questo numero sarà destinato a rimanere piuttosto alto perlomeno per altre due tre settimane».

«Siamo ancora nel pieno della seconda ondata - continua Crisanti - Penso che i risultati sul vaccino siano incoraggianti ma le prime dosi arriveranno verso gennaio/febbraio e non basteranno a proteggere tutta la popolazione. Se avessimo applicato un sistema di tracciamento più adeguato avremmo già potuto arginare il contagio. Il tracciamento è il primo strumento per fermare un'eventuale terza ondata. In questo momento abbiamo raggiunto una stabilizzazione dei contagi a livelli però molto alti. I posti in terapia intensiva non sono solo per i pazienti Covid ma, per il 70% da altri malati. L'ipotesi di portare i posti letto a 10mila vorrebbe dire formare centinaia di medici e infermieri intensivisti anche se non c'è il tempo materiale per farlo. Non mi sorprenderei se venisse alla luce che nelle zone gialle ci fossero più contagi che nelle zone rosse perché se c'è più libertà di movimento c'è anche più possibilità di diffusione dei contagi» ha spiegato Crisanti. 

L'intervista completa

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Crisanti critica i test fai da te del Veneto: «Soluzione peggiore del problema»

TrevisoToday è in caricamento