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Vaccini, Crisanti: «Dosi alle Regioni e non agli Stati? E' gravissimo»

Il direttore dell'unità di Microbiologia dell'Azienda ospedaliera di Padova ha stroncato la trattativa condotta dal Veneto per l'acquisto in autonomia di dosi vaccinali

«La corsa delle Regioni all'acquisto di vaccini anti-Covid in Italia è una cosa gravissima, perché significa che sono nella disponibilità delle case produttrici quantità di vaccini che non mettono a disposizione degli Stati, ma di chi offre di più. Questa sarebbe una cosa gravissima, di una gravità senza precedenti». Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, commenta con queste parole la trattativa della Regione Veneto per l'acquisto in proprio di dosi vaccinali.

Il microbiologo, ospite della trasmissione "Timeline" su Sky Tg24, è poi tornato anche sul tema delle varianti. «Se si vuole bloccare la diffusione di varianti di Sars-CoV-2 o resistenti al vaccino o a elevata trasmissibilità, bisogna veramente fare zone rosse tipo Codogno o Vo': tutti fermi» ha detto l'esperto. «Sono tre le varianti del coronavirus monitorate negli ultimi mesi dall'Istituto superiore di sanità con particolare attenzione: quella inglese, quella brasiliana e quella sudafricana. Nel caso della variante inglese, a mettere in allarme gli esperti è soprattutto l’elevata contagiosità del ceppo che si è originato a settembre nel Kent e che nel giro di soli due mesi è diventato dominante nel Regno Unito facendo esplodere i contagi e le vittime. Secondo virologi ed epidemiologi questa variante ha un tasso di contagiosità più elevato, ma non è ancora chiaro se sia causa di una letalità maggiore. I vaccini ad oggi in commercio hanno dimostrato una buona efficacia contro la variante inglese, mentre alcuni test condotti su alcuni campioni hanno mostrato una mutazione (chiamata "E484k") già osservata nelle varianti che hanno avuto origine in Brasile e Sudafrica. Per ora si tratta di pochi casi, ma la circostanza è preoccupante. I ceppi isolati in Sudafrica e in Brasile si sono dimostrati più abili nell’eludere gli anticorpi e dunque potrebbero inficiare anche l'efficacia dei vaccini» ha concluso Crisanti.

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