Morti sospette a Casa Fenzi, il procuratore di Treviso: «Stabilire la catena dei contagi»
Michele Dalla Costa: «Servirà pazienza per analizzare tutti i fatti, partire dalla catena che ha portato le persone morte a contrarre il virus e stabilire se vi siano in effetti degli errori o delle omissioni»
«Ci vorrà molto pazienza per ricostruire la catena dei contagi e risalire ad eventuali responsabilità di tipo penale».
Mentre a Treviso iniziano a moltiplicarsi le indagini sulle Rsa il procuratore capo Michele Dalla Costa invita alla calma. Sul tavolo dei magistrati ci sono i cinque fascicoli per omicidio colposo relativi a Casa Fenzi, destinati a diventare sei con l'autopsia di Livia Morelli, 98 anni, deceduta giovedì scorso, prevista per le prossime ore. Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo. La 98enne era risultata negativa al tampone e il suo quadro clinico era sempre rimasto stabile. Almeno fino a qualche giorno fa, quando ha cominciato ad accusare febbre alta causata, stando a quanto appreso, da una polmonite. Obiettivo dell’esame autoptico sarà determinare se il Covid 19 sia stato o meno una concausa del decesso dell’anziana.
«Siamo di fronte ad una pandemia mondiale - dice Dalla Costa - e a fatti che attengono un grande momento di confusione scoppiata dentro alle residenze per anziani. Ci vorrà del tempo per analizzare tutti i fatti, partire dalla catena che ha portato le persone morte a contrarre il virus e stabilire se vi siano in effetti degli errori o delle omissioni da parte dei dirigenti della casa di riposo che possono aver facilitato la diffusione del contagio».
Sui Nas, che hanno sequestrato le cartelle cliniche di tutti i casi di morte sospette per Covid a Casa Fenzi dalla Costa dice che «non ci sono al momento relazioni giunte alla Procura e relative ai quei decessi. Restiamo in attesa degli sviluppi».