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Disagio giovanile, Bordignon: “Rabbia e violenza si vincono con le alleanze per l’educazione”

Dall’annidarsi del malessere in famiglia fino all’esplosione del fenomeno del “branco” in città. Il Consultorio del Centro della Famiglia a disposizione per fare sistema nel territorio e individuare le soluzioni appropriate

Malessere giovanile sempre più diffuso. Un disagio acuitosi con il perdurare della pandemia che, dall’osservatorio del Consultorio del Centro della Famiglia, appare sempre meno episodico e circoscritto. Sono infatti sempre più evidenti le espressioni di fragilità tra gli adolescenti rilevate dall’équipe di psicologi e psicoterapeuti coordinati dal dott. Francesco Gallo, sotto la guida di Adriano Bordignon. Un team composto da esperti – operativi in consulenze educative, progetti di prevenzione e contrasto del bullismo per studenti e insegnanti, a sostegno delle famiglie con percorsi psicologici per singoli, coppie e famiglie – che proprio attraverso le diverse attività messe in campo nell’ultimo anno registra l’emergere di una vera e propria crisi psicologica e relazionale, quella dei giovani, dagli effetti sempre più lampanti, come i recenti casi di violenza di gruppo in centro storico a Treviso.

“Le avvisaglie erano chiare – afferma Adriano Bordignon, direttore del Consultorio Familiare del Centro della Famiglia –. Già nella fase più critica della pandemia avevamo rilevato l’acutizzarsi dei casi di fragilità emotiva, malessere psicologico e marginalità sociale, perché questi episodi non nascono dal nulla, crescono nel tempo e si acutizzano nei momenti difficili, quale quello che stiamo vivendo . Ferite personali, anche in giovane età, con radici profonde che si sono diffuse con rapidità insieme al virus. Un’escalation, ancora difficilmente misurabile, ma i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti ora, ma che se non saranno affrontate, avranno ripercussioni sul “domani” dei giovani, degli adulti e di tutta la comunità. Credo sia evidente ormai che il disagio, in particolare proprio quello giovanile, si combatta attraverso azioni sistemiche di prevenzione e accompagnamento per contrastare l’esclusione e la propagazione di comportamenti a rischio, dall’isolamento al bullismo, fino al “branco”. La chiave di volta – sottolinea Bordignon – è promuovere la coesione in famiglia così come a scuola, e nella società tutta. Un valore che passa da relazioni attive, favorevoli e solidali, “onlife” ma anche nella dimensione dell’online, raggiungibile solo con un lavoro di rete sul territorio”.

“Bene, pertanto, che le Istituzioni locali, quelle comunali e socio-sanitarie, il Forum delle Associazioni Familiari, il Volontariato e la Scuola, scendano in campo per convogliare forze e competenze –  continua poi don Francesco Pesce, presidente della Fondazione Centro della Famiglia –. È questa una partita che richiede una squadra preparata per la quale anche il Consultorio del Centro della Famiglia è pronto a offrire il proprio contributo al fine individuare le soluzioni le più appropriate e affrontare in modo programmatico e strutturato il disagio giovanile e i fenomeni sociali a esso connessi”.

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