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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Discoteche chiuse, Venerandi: «Trattati come figli di un dio minore»

Lo sfogo del presidente di Silb-Confcommercio Treviso: «Ignorata la disperazione degli oltre 3mila imprenditori e di 100mila lavoratori dipendenti. Fateci aprire o il sistema collasserà»

Mancanza di attenzione, di sostegni, di aiuti economici e prospettive di ripartenza per il mondo delle discoteche, ancora chiuse nonostante il ritorno in zona bianca sia arrivato ormai da diverse settimane.

«Ciò nonostante abbiamo dato prova di essere una categoria imprenditoriale che rispetta le leggi, aperta al dialogo con le istituzioni e la politica, e che con dignità e sofferenza ha subito i vari lockdown, il secondo quello del 16 agosto 2020, senza alcun preavviso e con ingentissimi danni (contratti sottoscritti e anticipi da pagare)». Parole del presidente di Silb-Confcommercio Treviso, Renzo Venerandi. «Con il Silb nazionale abbiamo lavorato da ottobre per elaborare un protocollo scientifico sottoscritto da tre professori universitari di fama nazionale ed internazionale (Antonio Locascio, Pierluigi Lopalco e Matteo Bassetti) che potesse scongiurare qualsiasi rischio con la creazione di aree Covid free nei locali, senza peraltro ricevere riscontri».

«Abbiamo riscritto - continua Venerandi - il protocollo di sicurezza adattandolo al Green Pass, anche per essere modello di riferimento per altre attività. Abbiamo avuto il parere favorevole dal Generale Figliuolo per vaccinare davanti ai nostri locali gratuitamente e a nostre spese ogni Under 30. Abbiamo stretto i denti per tutto quest’inverno, senza intascare un solo euro, nella attesa che l’estate portasse certezze e ripresa delle attività e di condizioni migliori. La gran parte della politica trasversalmente ha apprezzato le nostre iniziative, ma questo non è valso a nulla. E il pregiudizio e il disinteresse totali nei nostri confronti non hanno portato né all’ascolto, né ad un incontro ignorando la disperazione degli oltre 3mila imprenditori e dei 100mila lavoratori dipendenti che contribuiscono al divertimento nei luoghi di vacanza e nelle città. E questo mentre in altri luoghi si balla illegalmente. Facciamo – conclude Venerandi - l’ultimo appello al Governo e alla politica: fateci aprire o sarete responsabili della distruzione di un intero settore».

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