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Sagome davanti alla ex Serena, va in scena la provocazione dei poliziotti

Il sindacato Coisp in una lettera alla politica scrive: «Abbiamo deciso di fare questa pubblica denuncia sperando che qualche esponente politico intervenga nelle opportune sedi facendo in modo di far ripristinare la nostra sicurezza»

Sagome davanti alle ex Serena al posto dei poliziotti. E' questa la provocazione del sindacato di polizia Coisp di Treviso che, viste le difficoltà operative e anche personali del personale che continua ad essere impiegato per la vigilanza alla ex Caserma Serena, con forti ripercussioni sul servizio dovuto alla collettività e considerando che vi sono stati anche casi di contagio al Covid 19,  ha deciso di mandare una lettera-denuncia chiedendo l'intervento di tutte le sigle politiche.

«Nonostante la forte carenza di organico che li porta a rallentare il servizio dovuto alla collettività -scrive il Coisp -  i poliziotti di Treviso vengono impiegati in sempre più disparati servizi di vigilanza o di Ordine Pubblico. Sistematicamente con il cambio dei vertici tra Questura e Prefettura questi servizi, a prescindere dal numero dei poliziotti in forza, aumentano o diminuiscono creando notevoli difficoltà operative o tecniche, le quali alla fine si ripercuotono sui semplici poliziotti o appartenenti alle altre FF.OO. Tra i tanti servizi disposti, abbiamo visto l’alienarsi di vigilanze delicate come quella delle fiere di San Luca, ove la presenza delle forze dell’Ordine era un ottimo deterrente per reati predatori, mentre sistematicamente ritornano le vigilanze della Caserma Serena».

«Pur comprendendo la motivazione iniziale del servizio svolto fuori di questa caserma che, da circa un mese ad oggi  ha visto impiegate diverse centinaia di uomini delle forze dell’Ordine - continuaa la sigla sindacale -  oggi non riusciamo a capire il motivo della continuazione di tale impiego di Forze di Polizia visto che gli ospiti di quella struttura escono ed entrano tranquillamente. Crediamo inutile sottolineare il continuo stress psicofisico a cui sono sottoposti i poliziotti per garantire la vigilanza della caserma, visto che sono stati messi in condizioni di non avere riposi, di essere limitati nelle ferie, di avere continui cambi turno di servizio. E questo, per non parlare del rischio a cui sono sottoposti questi uomini e donne che, oltre a essere messi in condizioni di non poter svolgere la normale attività a loro deputata, tra cui il controllo del territorio, si ritrovano a lavorare da soli di sera o di notte, diventando anche oggetto di sassaiole da parte di ospiti della struttura».

«Qualcuno non si rende conto che se vengono impiegati davanti alla Caserma, i poliziotti non possono mandare avanti quelle attività dovute ai cittadini, come rilascio passaporti, porto d’armi ed altro, ma soprattutto non riescono a fare quella indispensabile attività volta alla tutela del cittadino ossia servizio di volante. Certamente se il ministero dell'interno, dopo aver trasferito profughi a Treviso, vi assegnava almeno 10 poliziotti e 10 carabinieri per svolgere le attività relative, i cittadini oltre che avere avuto più velocemente porto d'armi, passaporti ed altri servizi, avrebbero goduto di almeno una volante in più».

«Visto che i poliziotti trevigiani, oltre a non essere considerati dal Ministero dell’Interno, in questa Provincia di fatto vengo denigrati anche da chi dovrebbe tutelarli - conclude il Coisp -  abbiamo deciso di fare questa pubblica denuncia sperando che qualche esponente politico intervenga nelle opportune sedi facendo in modo di far ripristinare oltre che la corretta gestione lavorativa, soprattutto la sicurezza e la tutela di chi è deputato alla difesa della collettività che ha giurato di servire».

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