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La storia dell'emigrazione veneta diventa materia di studio nelle scuole

Dal prossimo anno scolastico in tutte le scuole della Regione dovranno esserci una serie di lezioni e approfondimenti dedicati allo studio dell'emigrazione dei veneti nel Mondo

TREVISO In tutte le scuole di ogni ordine e grado del Veneto si studierà la storia dell’emigrazione veneta. Lo prevede il protocollo di intesa tra Regione Veneto, Ufficio scolastico regionale e le sette associazioni venete per l’emigrazione: a partire dal prossimo anno scolastico ad insegnanti e studenti saranno proposti interventi di approfondimento, incontri con i testimoni e lezioni di storia per comprendere il fenomeno migratorio che ha interessato il Veneto a partire dagli ultimi tre decenni dell’Ottocento fino al secondo Dopoguerra

Le associazioni dei veneti nel mondo (Associazione Veneti nel mondo, Unione dei Triveneti nel mondo, associazione degli emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe, Bellunesi nel mondo, Trevisani nel mondo, Veronesi nel mondo e Vicentini nel mondo) metteranno a disposizione relatori, esperti e materiali per realizzare corsi per insegnanti e moduli di approfondimento per gli studenti, dalle primarie alle secondarie superiori. “E’ giusto che i giovani conoscano l’entità, le cause e ciò che ha prodotto il fenomeno migratorio in Veneto tra Otto e Novecento – dichiara l’assessore regionale all’istruzione – nonchè come i diversi paesi hanno affrontato il tema delle migrazioni. E’ una pagina di storia spesso ignorata, che invece ha generato grandi cambiamenti sociali, culturali e anche politici nelle nostre terre e nei paesi di destinazione degli emigranti veneti”. “C’è un altro Veneto al di là del mare, tra Americhe e Australia – ricorda l’assessore regionale al sociale e ai flussi migratori – Si calcola, infatti, che gli emigranti veneti e i loro discendenti siano almeno 5 milioni, tanti quanti i residenti nella nostra regione. E molti di loro hanno conservato lingua, cultura, tradizioni e un forte legame con la terra d’origine. Promuovere la conoscenza e lo studio del fenomeno migratorio e delle sue ricadute è un atto di omaggio al coraggio e all'intraprendenza di chi è partito e un modo per tenere vivi i legami con chi si sente ancora veneto, anche se ormai ha messo radici in altri paesi e altre culture”.

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