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Emissioni illegali di benzene, distilleria sotto sequestro: «Situazione fuori controllo»

Andrea Zanoni commenta il caso della distilleria di Vazzola dove i carabinieri del Noe di Treviso hanno sequestrato un forno per l’essiccazione di vinaccioli privo di autorizzazioni

«Ancora emissioni di benzene fuorilegge in provincia di Treviso: è preoccupante registrare l’ennesima violazione. Viviamo già in una situazione di inquinamento di Pm10 oltre i livelli di legge, con migliaia di morti. Adesso aggiungiamo gli sforamenti delle industrie con sostanze cancerogene o pericolose! Non possiamo permetterci nulla del genere».

È quanto afferma il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta all’assessore all’Ambiente Bottacin sul caso dell’azienda Acquavite spa di Vazzola, dove i carabinieri del Noe di Treviso hanno anche sequestrato un forno per l’essiccazione dei vinaccioli da utilizzare per la produzione di una linea innovativa di cosmetici. «È la terza interrogazione che faccio in appena due mesi, dopo quella sulla Aeroglass di Istrana per le emissioni di formaldeide e della Fonderia Corà a Montebelluna per il benzene e soltanto nella Marcaì. Segno di una situazione che è ormai fuori controllo - evidenzia il vicepresidente della commissione Ambiente - Le istituzioni, tutte, devono fare molto di più per salvaguardare salute e ambiente. A cominciare dalla Regione. Il Veneto è una delle aree più inquinate d’Europa; in Italia ogni anno, secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente 86.000 persone muoiono prematuramente a causa dello smog. Se non sono preoccupati per la salute, Governo e Regione dovrebbero esserlo almeno per le casse pubbliche. L’Italia, infatti, è stata condannata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con una sentenza del 19 dicembre 2012 per la violazione della Direttiva sulla qualità dell’aria, quindi deferita due volte dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia per lo stesso motivo: nel maggio 2018 in merito alle polveri sottili e nel novembre 2018 per il superamento dei limiti dell’ossido di azoto. Con una nuova condanna c’è il rischio di dover pagare una multa miliardaria. Il problema non si risolve facendo finta di niente - conclude Zanoni - ma con provvedimenti seri sul fronte della prevenzione e delle sanzioni, con la Regione che dovrebbe finalmente assumere un ruolo da protagonista». 

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