Addio a Fabio Gazzabin, in migliaia ai funerali: «Per noi sei ancora qui»
Sabato 29 ottobre bagno di folla ad Arcade per l'ultimo saluto all'ex sindaco, braccio destro del presidente Zaia. Presenti politici ma anche tantissima gente comune. L'omelia: «Le faville del prossimo Panevin ci ricongiungeranno»
Arcade piange Fabio Gazzabin, l'ex sindaco mancato a 65 anni per un male incurabile. In migliaia, sabato 29 ottobre, si sono riuniti nel Duomo di Arcade per tributargli un ultimo commosso saluto. Ad accogliere il feretro sul sagrato un picchetto d'onore.
Struggente la lettera letta dalle figlie Elisa e Giulia: «Hai vissuto come il testo di una delle tue canzoni preferite, "My way" di Frank Sinatra. Ora vorremmo solo dirti grazie per il tuo amore incondizionato, per gli abbracci che sapevano dire più di un ti voglio bene, per la capacità di capire che qualcosa non andava solo da uno sguardo. Eri sempre disponibile al dialogo e alla comprensione senza mai dare giudizi affrettati. Il tuo stato su Whatsapp dice ancora: "Io non perdo mai, a volte vinco a volte imparo". Siamo certi che troverai il modo per organizzare anche il paradiso ma, tra un concerto e una riunione, butta a volte un occhio anche qui giù perché abbiamo ancora tantissimo bisogno di te».
In chiesa il presidente della Regione, Luca Zaia, ex assessori provinciali, tantissimi sindaci della provincia di Treviso, gli assessori regionali Caner, Marcato e Donazzan, Paolino Barbiero della Cgil e Leonardo Muraro, ex presidente della Provincia di Treviso. In centinaia i cittadini fuori dalla chiesa, tutti riuniti per l'ultimo tributo non solo ad un amministratore ma ad un uomo che ha saputo lasciare il segno nella sua comunità.
L'omelia
Il parroco di Arcade ha ricordato Gazzabin con queste parole: «Ogni morte non è che il preludio della Pasqua. Fabio ci ha detto: "la mia parte l'ho fatta, ora continuate voi". Siamo certi che sarà con noi sempre, Fabio è stato per la sua famiglia un esempio di amore puro, alternato da sogni, progetti e tanti altri momenti di felicità. La sua passione per il canto è simbolo di energia per affrontare le fatiche del vivere. Fabio è stato un buon patrimonio per questa terra, ha fatto bene tutte le cose fino alla fine. Sapeva prendere le cose allegramente senza tuttavia venire mai meno al suo senso di responsabilità. Sempre attento a rispondere alle domande e ai bisogni di molti, era fedele nel servizio e nell'amicizia. Cosa sempre più rara al giorno d'oggi. Ha amato e servito il suo partito, umanizzando le istituzioni e rendendole botteghe a portata di ogni cittadino, per i più fragili in primis. Fabio non ha mai vissuto all'ombra di nessuno e non ha mai fatto ombra a nessuno. Spesso mi diceva: "Don, noi siamo soldati" ed era proprio così, ha sempre lavorato pancia a terra ma sempre a testa alta. Ci ha insegnato che nella vita è importante amare e servire, oggi siamo tutti orgogliosi di lui, ha sempre desiderato il bene del prossimo. La sua più grande eredità è stata la discrezione, chiesta dopo aver scoperto la malattia ma anche dimostrata sempre nel suo lavoro. I defunti altro non sono che i santi di casa nostra e da oggi Fabio è entrato a far parte di questa cerchia a pieno merito. Fabio si è spostato nella stanza accanto ma è ancora qui con noi in realtà e sono sicuro che, al prossimo Panevin qui ad Arcade, le faville che saliranno al cielo ci ricongiungeranno con lui. Tanta pace, ciao Fabio».
I commenti
Toccanti le parole di Alessandra Cendron, vicesindaco di Arcade: «Fabio è stato per 29 anni nel consiglio comunale di Arcade, era un uomo che credeva nelle istituzioni e nella buona politica. Era sempre al servizio del cittadino, andava fiero di essere veneto. Era come il leone alato, forte e tenace fino alla fine. Qualsiasi fosse il problema lui aveva la soluzione, un vero maestro sempre presente per tutti. In qualsiasi caso lui c'era, ha contribuito alla formazione di tantissimi amministratori locali, era umile e uomo di alto spessore. Cantava splendidamente, sua grande passione, così come la sua ironia contagiosa. Persone così se ne incontrano poche nella vita, mi ha fatto crescere come persona ed amministratore».
Don Mario, ex parroco del paese, conclude: «Caro Fabio, tu per me sei ancora qui. Il mio pensiero va alla moglie Marilena e alle figlie Elisa e Giulia: Fabio non l'abbiamo perso, è nelle mani del Signore. Come scritto da Alda Merini "nel nome di Dio si può tutto". Caro Fabio, sei stato il mio sindaco, sentivi le fatiche e i pensieri della nostra comunità e io sentivo le difficoltà che hai dovuto affrontare. Non mi hai mai venduto illusioni, virtù rarissima negli uomini pubblici. Grazie per la tua onestà».