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Festival biblico 2022: dal 12 al 15 maggio sedici eventi sul tema dell’Apocalisse

Dialoghi, itinerari, meditazioni, mostre, incontri biblici e musicali e film e teatro avranno come filo conduttore l’ultimo libro della Bibbia

Sarà una piazza Duomo chiusa al traffico, con le persone che per una sera “occuperanno” il posto delle auto, ad accogliere l’evento di apertura del Festival biblico a Treviso: una lettura integrale dell’Apocalisse con musica dal vivo e multivisioni che useranno la facciata del Vescovado come uno schermo gigantesco. Dal 12 al 15 maggio, tutta la città di Treviso sarà interessata da sedici appuntamenti tra dialoghi, itinerari, meditazioni, mostre, incontri biblici e musicali, film, teatro, che avranno come filo conduttore l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse.

A presentare la rassegna alla stampa questa mattina, a Casa dei Carraresi, Roberta Rocelli, direttrice generale del Festival, don Michele Marcato, coordinatore del Festival a Treviso, Giuseppe Fontana, amministratore della società strumentale Ca’ Spineda srl, e Vincenzo Giorgio, del Comitato scientifico trevigiano del Festival. Fontana, che ha portato i saluti del presidente di Fondazione Cassamarca, Luigi Garofalo, ha espresso la soddisfazione e l’orgoglio di essere parte di questa iniziativa culturale che si colloca in un momento storico particolare, tra la pandemia e la guerra, e che potrà offrire delle chiavi di lettura del presente. Sono molte le sedi della Fondazione che accoglieranno gli eventi del Festival. Rocelli ha ricordato che quella del Festival è una vera e propria stagione culturale, che ha concentrato meno eventi in questo periodo, ma ha scelto di restare “accesa” tutto l’anno, con una serie di format offerti a più pubblici, e quest’anno con uno sguardo in più sui 30-40enni grazie al podcast “Credo”.

Non facile la scelta del testo, il libro forse meno compreso della Bibbia. “Ma nell’Apocalisse c’è rivelazione, c’è disvelamento – ha spiegato Rocelli – non è un libro catastrofico, piuttosto aiuta a capire i tempi presenti, maturando una resistenza pacifica. Quattro le questioni che vengono interrogate: il rapporto col tempo, il presente e il futuro; il mistero; la coabitazione di bene e male; infine, un indirizzo nuovo in questi tempi ‘arroganti’ e antisociali: la mitezza. Vogliamo radunare le persone in una agorà laica, offrendo l’occasione per riflettere, insieme”. Quello di Treviso è un programma serio dal punto di vista culturale – ha sottolineato la direttrice -, che permette al pubblico di entrare nel testo e di conoscere le Sacre Scritture come criterio per leggere i tempi moderni, accostando una varietà di linguaggi che dà vita a delle inedite mescolanze. “Un valore aggiunto è quello di aver puntato molto su forze e risorse locali, valorizzando artisti e operatori culturali del territorio. In un momento in cui il settore culturale è in grande sofferenza, non è una scelta da poco, così come aver deciso di offrire gratuitamente gli appuntamenti”.

“Abbiamo voluto che il Festival parlasse con tutti i linguaggi artistici e culturali - ha ricordato don Marcato - per offrire chiavi interpretative del testo. Una scelta, quella della Diocesi di Treviso, di investire nella cultura anche in questo tempo, che cammina insieme all’impegno, coordinato dalla Caritas tarvisina, per la solidarietà e per la pace, con l’accoglienza di tanti profughi ucraini nelle parrocchie. Proprio uno degli appuntamenti del festival, la proposta del “Quartetto per la fine del tempo” di Olivier Messiaen (composto tra la fine del 1940 e i primi giorni del 1941 nel campo di concentramento di Görlitz), ci dimostra che anche in un contesto di guerra e di sofferenza si possono costruire dei capolavori”.

“Come il libro dell’Apocalisse è un caleidoscopio di colori, così abbiamo valorizzato i diversi colori di associazioni, luoghi d’incontro ed espressioni d’arte - ha sottolineato Vincenzo Giorgio -. Tre le sensibilità di fondo che caratterizzano il nostro percorso: il contatto diretto col testo; la valorizzazione del dialogo interreligioso (con l’incontro di sabato 14 su le religioni e l’aldilà con il teologo Brunetto Salvarani, e con la tavola rotonda di domenica 15 con il Vescovo Tomasi, il rabbino Luciano Meir Caro e l’imam Yahya Sergio Pallavicini); il dialogo tra Bibbia e cultura, che porta a intrecci fecondi”.

Tra i progetti del Festival, è da sottolineare la mostra che sarà inaugurata venerdì 13 maggio alle 18, che è già un successo nel numero di giovani artisti coinvolti: “Ecco io faccio nuove tutte le cose – L’arte come forza di trasformazione della storia”, con Luca Reffo e 45 giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Al museo di Santa Caterina sarà possibile ammirare l’installazione collettiva, mentre le 45 opere pittoriche sul tema dell’Apocalisse saranno esposte nel chiostro maggiore del Seminario vescovile, dove si potranno osservare anche alcune foto del Seminario dopo i bombardamenti della II Guerra mondiale. La mostra con le opere dei giovani artisti, cui sarà dedicato un catalogo, rimarrà aperta fino ai primi di giugno.

Il Festival Biblico, giunto alla diciottesima edizione, è un progetto promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo. Vi aderiscono le diocesi di Verona, Padova, Adria - Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Alba. Ventuno le città coinvolte. La diocesi di Treviso è entrata nel progetto nel 2021; questa, dunque, è la seconda edizione a Treviso. L’ingresso agli eventi è gratuito con prenotazione consigliata, salvo diverse indicazioni segnalate nel singolo appuntamento. Per iscrizioni agli eventi e per tutti gli aggiornamenti: https://www.festivalbiblico.it/treviso-2022.

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