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Fridays for Future invade le strade di Treviso: «Qui per gridare la nostra rabbia»

Venerdì 24 settembre decine di giovani si sono riversati in centro storico per lo sciopero in difesa del clima. «Dopo due anni di pandemia la situazione continua a non cambiare e a noi non va bene»

«Dopo due anni di pandemia la situazione continua a non cambiare e a noi non va bene. Oggi lo abbiamo dimostrato. Abbiamo attraversato di nuovo, dopo tanto, le strade della nostra città gridando la nostra rabbia. Grazie a tutt* per esserci statə, non finisce qui». I giovani del movimento "Fridays for future-Treviso" commentano con queste parole la mobilitazione che venerdì mattina, 24 settembre, ha portato decine di giovani in centro storico. Il corteo è partito dalla stazione dei treni alle ore 8 per snodarsi, nelle ore successive, in tutte le zone simbolo della città: da Via San Nicolò fino alle Mura. Tantissimi i cori e i cartelloni realizzati a mano con slogan e appelli per la salvaguardia dell'ambiente. Un tema di giorno in giorno sempre più urgente.

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«Sono a fianco dei tanti giovani che oggi sono scesi in piazza, anche a Treviso e nel resto del Veneto, per lo ‘sciopero per il clima’. È il momento che la politica, a ogni livello, si decida ad ascoltarli sul serio, mostrando coerenza, anziché prenderli in giro». Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, commenta la mobilitazione di Treviso.

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«Manca la volontà di toccare i diritti acquisiti delle solite lobby: non ci sono provvedimenti concreti per mettere limitazioni alle industrie inquinanti, all’agricoltura ad alto uso di pesticidi né di investire in modo massiccio sui trasporti sostenibili. Guardiamo cosa è accaduto con il Pdl 50 che consente ulteriori scavi per prelevare ghiaia dal Piave: zero vantaggi per i veneti, molti per gli amici degli amici. Questo vale purtroppo a ogni livello istituzionale. Si parla di rivoluzione energetica e il ministro fa l’occhiolino al nucleare che non ha niente a che vedere con le rinnovabili» conclude Zanoni.

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