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Giornata delle vittime del Covid, Zaia: «In Veneto oltre 16mila morti»

Bandiere a mezz'asta a Palazzo Balbi, le parole del presidente della Regione Veneto: «Vanno ricordati anche i tanti sanitari che hanno perso la vita nel tentare di portare aiuto e sollievo ai malati»

Sabato 18 marzo è la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Le bandiere della Regione a mezz'asta hanno accompagnato il ricordo del presidente Zaia di una tragedia immane.

«Oggi si discute, si polemizza, addirittura si indaga, ma allora, quando il Covid comparve colpendo alle spalle l’intera civiltà mondiale e il mondo scientifico, il sentimento prevalente fu il timore di un nemico sconosciuto, lo smarrimento della popolazione, la necessità per Istituzioni e Amministratori di cercare e trovare in breve tempo contromisure e rimedi. La memoria va a tutte le vittime del Covid, che devono essere ricordate: sono 7 milioni nel Mondo dall’inizio della pandemia, 188mila in Italia, oltre 16.692 nella nostra regione». Il 18 marzo 2020 i camion militari carichi di bare sfilarono per le vie di Bergamo. Ecco perché è stato scelto questo giorno per ricordare tutte le vittime della pandemia. 

Sanitari

«Oltre alle vittime e chi è stato ricoverato con gravi ricadute - aggiunge Zaia - voglio ricordare i tanti sanitari che, in Veneto come in Italia, hanno perso la vita nel tentare di portare aiuto e sollievo ai malati. Ma eroi sono stati anche tutti coloro che, nell’esercizio della loro funzione, hanno dato il loro contributo: il volontariato, le forze dell'ordine, la Protezione civile, ognuno dei nostri uomini e donne che si sono prodigati h24 per mesi e mesi».

Piano pandemico

«Non dobbiamo ancora abbassare la guardia – aggiunge Zaia – ed essere pronti a ogni evenienza, tanto che come Regione abbiamo aggiornato da poco per la terza volta il nostro Piano Pandemico.  Oggi la vita è di fatto ripresa, è tornato il turismo, l’economia pur con fatica si sta rilanciando, si sono riallacciate le relazioni sociali. Ma guai a noi se non mantenessimo il coraggio e la forza del ricordo e non mandassimo un affettuoso abbraccio alle famiglie di tutti i caduti, che non poterono nemmeno dare l’ultimo saluto ai propri cari. Il Covid ci ha provato profondamente e oggi la vita si declina in ‘prima’ e ‘dopo’ il Covid. Tanto è cambiato in ognuno di noi, ma non – conclude il Governatore – l’amore per la vita e la voglia di difenderla con ogni mezzo che la scienza e l’intelligenza ci mettono a disposizione».

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