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Green Pass obbligatorio nei locali, insorgono i ristoratori: «Non ci stiamo»

Da mercoledì 14 luglio 1.500 soci di Ristoratori Veneto hanno esposto la locandina con l’hashtag #iononcisto. «Il modello francese sta portando gli imprenditori in piazza e in Russia i ristoranti sono vuoti»

"Siamo ristoratori, non controllori" dice la locandina che circa 1.500 soci dell’associazione Ristoratori Veneto, nata nel giugno scorso, hanno esposto da mercoledì mattina, 14 luglio, all’interno dei loro locali per protestare contro l’ipotesi di obbligo del green pass per i clienti di ristoranti e bar sull’esempio del modello francese. 

«Con l’iniziativa #iononcisto vogliamo difendere il diritto al lavoro della nostra categoria e ricordare che aprire con il Green Pass significa di fatto chiudere - spiega Alessia Brescia, portavoce dell’associazione - L’obbligo del Green Pass per recarsi nei locali farebbe ricadere su di noi l’onere del controllo e oltre a sottoporre gli imprenditori al rischio di stop forzati avrebbe un effetto devastante sul lavoro stesso: nei Paesi dove regole simili sono state introdotte, ad esempio la Russia, i ristoranti sono vuoti, mentre in Francia i ristoratori si preparano a manifestare e in Germania quell’ipotesi non è passata». 

Le attività da tutto il Veneto che aderiscono all’associazione espongono da oggi una locandina in cui si afferma «il diritto di scegliere». Secondo Ristoratori Veneto & Ho.re.ca. «il contesto storico in cui si valuta l’obbligo del Green Pass vede una clientela sempre più abituata a ordinare da casa o a sfruttare il take-away. Inoltre molte persone potrebbero non accettare l’imposizione e scegliere di rimanere a casa. Il diritto alla salute è sacrosanto ma esiste anche il diritto a scegliere. Il Governo sta aprendo a una soluzione che ricadrebbe ancora una volta come un macigno sulla nostra categoria finendo per penalizzarne l'intero indotto». 

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