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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Identità alias per studenti transgender: incontro con le scuole della Marca

Giovedì 20 ottobre a Palazzo Rinaldi la presentazione del regolamento di Rete Lenford. L'avvocato Valentina Pizzol: «In tutta Italia 136 scuole superiori hanno già aderito, a Treviso ancora nessuna»

Un regolamento per tutelare diritti, sicurezza e futuro degli studenti che stanno vivendo un percorso di transizione sessuale già in età scolastica: l'identità alias è uno strumento di tutela noto da tempo nel mondo del lavoro e delle università ma, giovedì 20 ottobre a Palazzo Rinaldi, è stato presentato un regolamento ad hoc per le scuole superiori, dedicato quindi a studenti in gran parte ancora minorenni. «Nulla di obbligatorio - spiega l'avvocato Valentina Pizzol - Rete Lenford, l'avvocatura per i diritti Lgbt ha messo a punto questo insieme di norme che gli istituti potranno decidere di attivare in maniera del tutto volontaria. Si tratta di una proposta nata da un'esigenza concreta: i dirigenti scolastici di 3-4 istituti superiori trevigiani hanno contattato Rete Lenford affermando di volerne sapere di più sui modi per tutelare gli studenti transgender all'interno dei loro istituti».

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Come funziona

L'identità alias è pensata come un insieme di norme e agevolazioni per tutelare in primis i diritti dello studente in fase di transizione ma anche lo stesso istituto scolastico che potrà così muoversi nel pieno rispetto delle norme vigenti. Come già anticipato, la novità principale dell'iniziativa presentata a Palazzo Rinaldi sta nel fatto di includere nel progetto studenti minorenni. Un lavoro di ricerca durato un paio d'anni e messo a punto anche grazie alla collaborazione di psicologi ed esperti ha portato alla presentazione di giovedì. Un'anteprima a cui seguiranno nuovi incontri in programma a Genova, Torino e in molte altre città italiane. A Treviso la richiesta di incontro è partita da un gruppo di 2-3 istituti superiori che hanno contattato Rete Lenford per capire come muoversi. L'identità alias si attiva solo su richiesta volontaria dello studente con domanda scritta al dirigente scolastico. A questo punto sarà il preside a dover chiamare a colloquio i genitori del richiedente. Non sarà però obbligatorio il consenso della famiglia per attivare l'identità alias. Se la scuola lo riterrà idoneo lo studente potrà beneficiare di una serie di tutele alla persona in grado di farlo vivere nel miglior modo possibile la sua transizione all'interno delle mura scolastiche. Nel concreto si tratta di lasciare all'alunno la libertà di decidere se usare il genere maschile o femminile per essere chiamato da compagni e docenti, utilizzare gli spogliatoi del genere a cui sente di appartenere e via dicendo. Nel mondo del lavoro e a livello universitario si tratta di pratiche adottate già da tempo, 139 le scuole superiori italiane che hanno già adottato il regolamento di Rete Lenford. Toscana e Lazio le regioni con il numero più alto di istituti aderenti. In Veneto i numeri sono però ancora bassi: solo 7-8 istituti delle province di Padova e Verona hanno aderito mentre a Treviso, per ora, nessuna scuola ha adottato l'identità alias. «La speranza è che, dopo l'incontro a Palazzo Rinaldi - conclude l'avvocato Pizzol - sempre più istituti possano sensibilizzarsi al tema».

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