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Permesso di soggiorno a tutti gli immigrati: il Cso Django scende in piazza

Il centro sociale trevigiano ha manifestato in piazza dei Signori per portare l'attenzione sul tema della regolarizzazione degli stranieri in tutta Italia

«In questi giorni il dibattito politico, in merito alla regolarizzazione delle persone migranti sprovviste di titolo di soggiorno, ha fatto emergere ancora una volta il peggio tra retorica utilitaristica e becero razzismo. Il discorso pubblico che è stato prodotto nei media, sia dal Governo che dalle opposizioni, si basa sull’affermazione della “punizione” della persona, a cui viene attribuita la responsabilità della precarietà, della povertà, della perdita dei documenti, mentre proprio quel sistema che è il vero responsabile del disastro sociale viene premiato mettendo al suo servizio le braccia che servono in questo momento, separate dai corpi, dalle menti, dagli affetti e dai bisogni. Rifiutiamo perciò la visione utilitarista e culturale del Governo che ritiene il migrante come un soggetto “usa e getta” utile solo come forza lavoro per l'agricoltura e l’allevamento, e nel lavoro di cura domestica». A dirlo sono alcuni rappresentanti del centro sociale Cso Django che, giovedì, sono scesi in piazza dei Signori a Treviso per dare voce a tutti gli stranieri presenti sul territorio.

«Abbiamo promosso questa iniziativa sotto la Prefettura di Treviso per dire chiaramente che la “regolarizzazione” contenuta nel “DL Rilancio” è totalmente insufficiente, parziale ed escludente. Per di più, la richiesta di un versamento amministrativo di 400 euro rappresenta un ulteriore elemento di esclusione operato sulla base del reddito della persona - continua il Cso Django - Chi realmente pagherà questa quota, il datore di lavoro o il lavoratore? Stesso discorso per il rilascio di un permesso di ricerca lavoro: una concessione di soli sei mesi con requisiti troppo stringenti!».

«Vogliamo che siano garantiti i diritti fondamentali a chi in questi anni ne è stato privato da una normativa che, a colpi di leggi discriminatorie, continua a produrre irregolarità ed esclusione. Sono infatti più di 600 mila le persone rese invisibili, alla quali si aggiungeranno coloro che per via della crisi economica, o con permessi precari in scadenza, non riusciranno a mantenere i requisiti necessari. Ricordiamo poi che non avere un permesso di soggiorno significa non avere l’accesso alla sanità, all’iscrizione anagrafica e alla possibilità di ricongiungersi ai propri cari, escludendo al contempo ogni misura di welfare! Ciò rende le persone invisibili e, per il mercato del lavoro, ancora più ricattabili e sfruttabili» continuano gli esponenti del centro sociale.

«Vogliamo quindi riportare l’attenzione generale sui diritti della persona, ovvero: il titolo di soggiorno (anche slegato dal lavoro), un degno salario, la casa, l’accesso al welfare ed in particolare la garanzia del diritto alla salute, completamente assenti dal dibattito pubblico. Considerato che solo in pochi potranno usufruire della norma “Emersione di rapporti di lavoro”, ribadiamo che la regolarizzazione deve essere generalizzata per tutti coloro che si trovano in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica. Continuiamo per questo a richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione di almeno un anno, rinnovabile e convertibile in altro titolo di soggiorno. Permesso di soggiorno per tutti e tutte!» conclude il Cso Django.

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