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Incidenti aumentati dopo il Covid: protocollo per i percorsi di riabilitazione

Lunedì 1 agosto, al Ca' Foncello, la presentazione del nuovo progetto che vede coinvolte Ulss 2 e Ulss 4. Un'intesa mirata a dare una seconda chance ai feriti della strada: «Serve più responsabilità»

Correva l'anno 1998: sulle strade della Marca ben 156 persone persero la vita in incidenti stradali. Luca Zaia, all'epoca presidente della Provincia di Treviso, decise di lanciare una serie di campagne choc per promuovere la sicurezza stradale: immagini di auto distrutte fuori dalle discoteche, campagne di prevenzione nelle scuole e molto altro ancora: un'iniziativa che portò i frutti sperati perché, nel 2019, il numero di morti in incidenti stradali nella Marca era sceso a 56. Durante il lockdown del 2020 il numero più basso di vittime (40) ma quest'anno le cifre sono tornate a salire: 38 gli incidenti mortali da inizio 2022 ma sono quasi 2.200 gli incidenti non mortali che richiedono impegnativi percorsi di riabilitazione.

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Lunedì mattina, 1º agosto, all'ospedale Ca’ Foncello, è stata firmata la dichiarazione di intenti che fissa le iniziative contenute nel Protocollo di intesa sulle problematiche connesse agli incidenti stradali. Il documento nasce dalla volontà di cooperare per attuare iniziative che puntino a una effettiva e radicale modifica dei fattori di rischio per ridurre l’incidenza di questi eventi, giocando un ruolo importante nella loro prevenzione e gestione. Nell’ambito del progetto sono previste: azioni a favore delle vittime di incidenti stradali con prevalenti esiti cognitivi; azioni a favore dei familiari delle vittime di incidenti stradali e della riduzione dei conflitti post evento; attività di prevenzione legata al fattore umano e attività di prevenzione legata al miglioramento e al controllo della viabilità.

I commenti

Il direttore generale dell'Ulss 2, Francesco Benazzi, ha messo l'accento sul tema della sicurezza: «L'auto è come un'arma, serve più responsabilità. Guardare anche solo per tre secondi il cellulare equivale a percorrere 100 metri ad occhi chiusi. Il 35% degli incidenti nella Marca sono dovuti all'uso dello smartphone alla guida. Gli incidenti, ancora oggi, sono la prima causa di morte nella fascia d'età 15-24 anni eppure se ne parla sempre troppo poco. Abbiamo bisogno di organizzare un incontro con le autoscuole per chiedere loro di fare corsi mirati sui rischi alla guida: alcol, droghe e uso dello smarthpone».

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L'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha aggiunto: «Tre secondi di distrazione possono cambiare la vita di tutti noi, e come istituzioni abbiamo il compito di aumentare la consapevolezza sottolineando anche quali possono essere le conseguenze di un gesto come quello di guardare il telefonino mentre si è alla guida. Dobbiamo riaccendere i riflettori e creare i presupposti per fermare questa ecatombe: oltre a campagne shock serve condivisione di idee e strategie per aumentare la consapevolezza e promuovere più educazione stradale in tutta la regione - ha concluso l'assessore -. Solo un lavoro di squadra può creare i presupposti per affrontare anche questa emergenza, che tocca da vicino tutti noi e moltissimi contesti, familiari e sociali. Una rete e un buon esempio di lavoro di squadra sapranno definire le iniziative più significative su questo tema. Sono certa che sensibilizzare e porre l’accento sul numero degli incidenti stradali, sulle regole della strada, sulle disabilità e promuovere i sani e corretti comportamenti nei giovani, possano aiutare a creare una corretta campagna di informazione per far comprendere le conseguenze, spesso anche fatali, degli incidenti stradali».

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