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Inps, appello della Confartigianato: «Il personale deve essere aumentato»

Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, lancia l'allarme sulla scarsità di numeri del personale dell'istituto pensionistico italiano

«Le nostre imprese, che necessitano di tempestività nelle risposte, pena pesanti sanzioni, reclami, contenziosi  rischiano di essere penalizzate dall’aggravio del carico di attività cui è sottoposto l’Inps a seguito dell’introduzione delle nuove misure previdenziali e assistenziali nella legge di Stabilità: Quota 100, riscatto della laurea, reddito di cittadinanza. Solo alcuni dei provvedimenti dell’ultima ora che si vanno ad aggiungere alla corposa mole di pratiche che l’Inps già gestisce. 

La nostra preoccupazione è più che fondata: il numero di imprese che “gravano” su ogni dipendente Inps in provincia di Treviso sono 397.5, quasi un centinaio in più rispetto a quelle venete (306) e poco meno del doppio rispetto a quelle nazionale(240). E la situazione di disagio aumenta se si analizza il rapporto dipendenti e  imprese artigiane: 114 nella Marca per ogni addetto, 80 in Veneto, e 52 in Italia. Oppure con il numero degli occupati 1.965 nella nostra provincia, 1332 nella nostra regione e solo 908 in Italia. Se è vero che la competitività delle imprese dipende anche dalle pubbliche amministrazioni che ne regolamentano l'attività, forse sarebbe opportuno che istituti come l’Inps adattassero il loro organico territoriale rispetto alle esigenze piuttosto che sulla base di altri criteri». A manifestare questo disagio è Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana commentando i dati di una analisi dell’ufficio studi della Federazione che ha elaborato i contenuti del Rendiconto Sociale 2018 dell’Istituto di Previdenza. Confartigianato Imprese Marca Trevigiana per consolidare e rafforzare la fattiva collaborazione esistente con l’Inps di Treviso, alla fine del 2017 ha siglato con l’Istituto un protocollo per rendere più snelle,  meno complesse e più efficaci le procedure per le imprese associate. L’intesa ha portato alla definizione di un canale dedicato alla trattazione di istanze o richieste tramite cassetto informatico bidirezionale; a garantire, entro 10 giorni, un riscontro alle comunicazioni telematiche inoltrate dalle imprese per il tramite dell’associazione; a dedicare a Confartigianato Imprese Marca Trevigiana uno sportello, in un giorno fisso della settimana, per la verifica di singole posizioni contributive, del corretto inquadramento dell’attività artigiana, della corretta gestione di sgravi contributivi per assunzioni agevolate e del costo contributivo durante i periodi di cassa integrazione, nonché la consulenza ai fini del raggiungimento del traguardo pensionistico per i singoli artigiani e loro collaboratori familiari. Questioni ordinarie e quotidiane che le aziende dovrebbero risolvere nello scambio informatico sul cassetto previdenziale Inps, ma la cui complessità, derivante da costanti novità legislative, richiede scambi e confronti puntuali tra operatori dell’istituto e dell’associazione per ricostruire la soluzioni più corretta. L’associazione dal canto suo è impegnata a rispondere entro 30 giorni lavorativi dalla ricezione di una comunicazione, all’Istituto; a sensibilizzare e informare i propri associati sulle sanzioni derivanti dalla violazione delle leggi e sui benefici conseguenti agli adempimenti contributivi; sull’importanza del rispetto delle regole ai fini della corretta competizione tra imprese sul costo del lavoro. 

«È fondamentale – continua Sartor - per dare continuità a questa virtuosa sinergia disporre di una struttura adeguata al bacino d’utenza: gli imprenditori necessitano di soluzioni immediate su problematiche crescenti di carattere burocratico dovute al legislatore che, con l’introduzione di nuovi incentivi per le assunzioni, riforme degli ammortizzatori sociali e del sistema pensionistico, assegna all’Inps e alla sua piattaforma informatica un crescente numero di funzioni e alle imprese una mole di adempimenti la cui tempestiva correttezza applicativa ne condiziona la competitività. Basti pensare  agli effetti negativi di un Documento Unico di Regolarità Contributiva, non regolare ai fini dell’accesso all’assegnazione di gare o appalti. Mentre si discute di come realizzare un diverso federalismo – conclude Sartor - e quindi una maggiore autonomia veneta, questa per essere vera non può fare a meno di una più corretta distribuzione dell’amministrazione pubblica rispetto a due variabili chiave : popolazione e imprese». La consistenza del personale Inps in Italia, al 31 dicembre 2017, è di 28.018 unità con una riduzione rispetto al 2012 del 14,5%. 1.595 (pari al 5,7%) lavorano nelle 70 sedi dislocate nel territorio veneto (il 7,5% delle 932 sedi territoriali), un numero sottodimensionato rispetto al bacino imponente che devono “servire” di cittadini (4 milioni e 900 mila), lavoratori (2 milioni 126 mila) e imprese (487 mila di cui 128mila artigiane). Rispetto ai cinque parametri con cui è stato fatto un confronto tra le regioni -imprese, aziende artigiane, abitanti, lavoratori e numero di trattamenti di protezioni sociale erogati, il Veneto risulta il più penalizzato rispetto ai primi due, il secondo rispetto ad abitanti ed occupati mentre è il secondo più efficiente rispetto al numero di trattamenti di protezione sociale che il personale è stato chiamato a gestire nel 2017 dietro al Trentino Alto Adige. L’età media dei dipendenti dell’Istituto è di 54,8 anni e ciò fa prevedere un costante e crescente esodo nel prossimo biennio. Infatti tra i lavoratori in forza al 31 dicembre 2017 si rileva che il 23,6% pari a 6.607 unità hanno un’anzianità di lavoro maturata, esclusivamente presso l’Istituto, superiore ai trentacinque anni.

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