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Aneurisma dell'aorta addominale: sei interventi innovativi a Conegliano

Dal mese di febbraio le equipe del dottor Corato e del dottor Piccoli hanno portato a termine una serie di trattamenti all'avanguardia. L'attività sarà implementata nei prossimi mesi

Da febbraio 2021, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, le equipe di Chirurgia vascolare e Radiologia interventistica dell'ospedale di Conegliano, guidate rispettivamente dal dottor Massimo Corato e dal dottor Gianluca Piccoli, hanno eseguito sei innovativi trattamenti endovascolari degli aneurismi dell'aorta addominale. Il polo angiografico del Santa Maria dei Battuti, inaugurato nell’autunno del 2019, è dotato delle più moderne tecnologie radiologiche per eseguire interventi vascolari con tecniche mininvasive e quindi da tempo vengono eseguite procedure sulle arterie degli arti inferiori e sulle carotidi.

«L’innovativo trattamento di riparazione aortica Evar - spiega il dottor Piccoli - permette di "sigillare" il tratto malato del vaso dall’interno mediante un’endoprotesi, senza dover intervenire chirurgicamente sull’addome del paziente, con l’utilizzo di particolari colle e spirali che rilasciate nella sacca dell’aneurisma prevengono la recidiva della stessa. Questa tecnica innovativa oltre ad essere poco invasiva consente una rapida ripresa del paziente che viene dimesso nell’arco di 3 giorni e può da subito riprendere una vita assolutamente normale». «L’intervento - illustra Corato - viene eseguito in una sala di radiologia interventistica che, oltre alle caratteristiche di una sala operatoria classica, possiede avanzate tecnologie che prevedono la fusione tra immagini Tac e raggi X, finalizzato al rilascio preciso della protesi nella sede desiderata senza danneggiare i rami collaterali della aorta». L’attività vascolare presso il polo ospedaliero di Conegliano è iniziata da poco più di un anno, grazie alla stretta collaborazione tra chirurghi vascolari e angioradiologi e ha consentito di eseguire trattamenti utilizzando sia le classiche tecniche chirurgiche che quelle interventistiche. Appena la pandemia lo consentirà, ci sarà un incremento del numero e della tipologia delle procedure che potranno essere eseguite. 

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