Villa Emo, al via il cantiere per il restauro della scalinata
Da sabato 4 maggio gli artigiani saranno impegnati nell'intervento di restauro degli intonaci delle spallette laterali e degli elementi lapidei della scalinata della villa di Vedelago
Domani, sabato 4 maggio, sarà inaugurato il cantiere di restauro della scalinata di Villa Emo. A restaurare una parte della scalinata saranno gli artigiani e i professionisti che Cna ha formato da gennaio ad oggi tramite il corso pratico-teorico di “Avviamento al restauro degli edifici di interesse storico artistico e monumentale”, iniziato il 12 gennaio scorso. L’intervento è stato approvato dalla sovrintendenza. Il cantiere si chiuderà entro la seconda settimana di giugno (meteo permettendo).
Cna, con questo progetto che vede la partnership di Edilcassa Veneto e Cosvem, e la collaborazione del Credito Trevigiano e della Fondazione Villa Emo onlus, ha offerto a una quarantina di imprese e professionisti che hanno aderito l’opportunità di acquisire competenze specifiche per intervenire su edifici del valore di Villa Emo, sottoposti a vincolo della Sovrintendenza. Gli artigiani da sabato saranno impegnati nell’intervento di restauro degli intonaci delle spallette laterali e degli elementi lapidei della scalinata di Villa Emo. La scalinata era stata fino a qualche tempo fa ricoperta da un glicine che aveva rovinato gli intonaci. Su richiesta della Sovrintendenza il glicine è stato rimosso lasciando molto visibili i danni creati dalla pianta.
Per poter procedere a intervenire su un monumento tutelato, è stato effettuato uno studio scientifico sui materiali che ha permesso di ricostruire le ricette degli impasti e degli intonaci che il Palladio utilizzò nel ’500 su Villa Emo. Le 40 ore del cantiere consentiranno di eliminare i materiali che non sono compatibili, come il cemento utilizzato in uno degli ultimi restauri, e di sostituirli con materiali compatibili. Verrà fatta quindi una pulitura delle copertine di pietra che ricoprono il muro con l’eliminazione dei biodeteriogeni (alghe, muschi e licheni) utilizzando materiali di pulitura e protezione idonei ai lapidei presenti, il rosso di Verona e la scaglia rossa. La direzione scientifica del progetto è stata affidata al dottor Pietro Rosanò, chimico. Tra i docenti del corso anche l’architetto Giorgio Sparisi e la restauratrice Marta Schiavinato. Un ruolo importante nel progetto ce l’ha il Cosvem, consorzio che opera sul territorio dal 1985 e che attualmente associa 87 ditte artigiane che operano nell'ambito del restauro, del restauro monumentale, delle manutenzioni e delle costruzioni. Il Consorzio mette a disposizione gratuitamente l’allestimento e l’organizzazione del cantiere.
In Evidenza
-
Covid, Zaia: «Zona arancione in Veneto durerà un paio di settimane»
-
Veneto zona arancione per un'altra settimana: «Penalizzati dall'ospedalizzazione»
-
Lascia un messaggio al bar: «Grazie, ho vinto quasi due milioni di euro»
-
Il papà più bello d'Italia? Ha 34 anni, è trevigiano ed è gay