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“I Fab Four” Federer, Nadal, Murray e Djokovic, vent’anni di sfide che hanno cambiato il tennis

Giovedì sera la presentazione del libro di Stefano Semeraro alla libreria Lovat

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

C'erano anche Adriano Panatta e Leo Bassi ieri sera, giovedì 4 novembre, alla libreria Lovat di Spresiano per la presentazione del libro di Stefano Semeraro “I Fab Four” Federer Nadal Murray e Djokovic, vent’anni di sfide che hanno cambiato il tennis. Moderatore della serata Fabrizio Brancoli direttore delle testate Gruppo Gedi: Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova di Venezia e Corriere delle Alpi.

Non ha esordito con la frase “amarcord”, Stefano Semeraro, l’autore del libro, ma poteva farlo, tanto è intrisa di ricordi questa sua opera. Perché lui c’era, quando si accompagnava ad Adriano Panatta nei post partite, nei locali parigini, in quelli londinesi ed in quelli iberici. Il testo non è strutturato su capitoli dedicati ai quattro moschettieri che hanno portato la svolta del nuovo millennio tennistico, ma con un unico filo conduttore. Passione per questo sport “nobile”, nato in Inghilterra a fine 800, un po’ come tutti gli sport, svago dal progresso industriale e tennis, che ora si gioca in tutto il mondo. Come disse Totò signori si nasce e non si diventa, e l’ha sottolineato anche Adriano Panatta, una signorilità tradotta nell’umiltà che un campione deve avere anche in campo. Perché è l’umiltà che ti fa stare calmo, che ti consente di poter “alzare il sistema nervoso” nei momenti topici degli incontri, quando, un titolo si vince per due sole palle di differenza.

Di Roger Federer, proprio Panatta si dichiara suo fan, scegliendo tra i quattro descritti e presentati sul “Fab Four”, in quanto lo preferisce per la sua poesia tennistica. Di Nadal dice che è un campione straordinario, dentro e fuori dal campo. Per lui Djokovic, è un muro, ottimo in difesa, ed un’opportunista sempre pronto a sfruttare gli errori dei suoi avversari. Murray lo pone al di sotto di loro, con tanti alti e bassi. A Proposito di Bassi, lui sì che ha tirato fuori con amarcord, “i contratti” di sponsorizzazione, il marketing sportivo che dalla metà degli anni 70 fino a quella degli anni 80, ha caratterizzato la diffusione della moda del tennis. Ha parlato delle “sette sorelle italiane”, le aziende di abbigliamento sportivo che avevano monopolizzato e vestito tutti i top players di quell’epoca, creando quello che non c’era. Il “testimonial”, l’azienda Sergio Tacchini per la quale ha curato il suo sviluppo manageriale sportivo e, Panatta l’unico dal quale ha ricevuto un “no”. Anche se non c’era Bassi in sella in quel periodo. Una negazione di sponsorizzazione, quella di Adriano che nel 75 accettò di vestire Fila, proprio come una sfida. Scontri, non solo sui campi, dettati soprattutto dalle simpatie dei vertici societari degli sponsor, situazioni definite a “pelle”.

Fabrizio Brancoli ha fatto egregiamente il direttore d’orchestra, anche perché Panatta si è dimostrato molto disponibile nel snocciolare i suoi ricordi, e non ricordi, ricordatigli, da Semeraro autore del libro. Una serata che ha appagato il centinaio di astanti e che per il tennis parlato, almeno nell’entourage trevigiano, ha designato proprio in Leo Bassi come il suo anfitrione. Leo Bassi il giocatore, il manager sportivo, il giornalista. Un triestino purosangue, che ha giocato in serie A in giro per l’Italia, ha rappresentato le migliori aziende sportive mondiali e ha intrattenuto collaborazioni con le riviste di settore. Non poteva che essere lui il punto di riferimento sul territorio della Marca e trait d’union per il mondo del tennis. Completa l’opera il monumento oramai trevigiano, Adriano Panatta, visto che è universalmente conosciuto come l’italian player, e che proprio a Treviso nel prossimo weekend inizia ufficialmente la stagione sportiva dell’Adriano Panatta Raquet Club di Via Giuseppe Maffioli, 1. Manca solo la ciliegina sulla torta, quella di una tappa Atp, sul suolo trevigiano, per fare di Treviso un punti di riferimento italico ed internazionale. Se son rose fioriranno…..

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