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Maestra negazionista licenziata dal Ministero: «Non tornerà in classe»

L'esito del procedimento disciplinare: Sabrina Pattarello è stata allontanata dalla scuola elementare Giovanni XXIII di Treviso. Mercoledì 13 gennaio l'ultimo giorno di contratto

Il Ministero dell'Istruzione ha sollevato dall'incarico la maestra Sabrina Pattarello, supplente della scuola elementare Giovanni XXIII di Treviso: «Chi non indossa la mascherina e fa disinformazione in classe non può continuare a insegnare».

Come riportato da "Il Gazzettino di Treviso", a comunicare il licenziamento della docente è stata la dirigente dell'istituto Lorella Zauli in una breve nota ufficiale: «Il contratto è stato risolto». Mercoledì 13 gennaio l'ultimo giorno di contratto: la supplente è passata a scuola per ritirare i suoi effetti personali, senza rientrare in aula. La decisione del Ministero mette fine al procedimento disciplinare aperto dopo le proteste di genitori e colleghi nei confronti della supplente. Una vicenda iniziata un mese fa, il 14 dicembre, con il picchetto dei genitori fuori dai cancelli dell'istituto per chiedere la sospensione dell'insegnante che si rifiutava di indossare la mascherina, dicendo ai bambini che "di Covid muoiono solo i vecchi" mentre su Facebook pubblicava post negazionisti e no-vax. Quel giorno erano intervenuti a scuola il Prefetto e il sindaco di Treviso. Risultato: viene aperto un procedimento disciplinare nei confronti della Pattarello che si mette in malattia fino all'inizio delle vacanze di Natale. Nel frattempo la scuola fa sapere che il contratto in scadenza a fine gennaio non sarà rinnovato alla docente. La vicenda sembrava conclusa ma, lunedì 11 gennaio, la maestra ritorna a scuola sollevando un nuovo vespaio di polemiche con i genitori pronti a ritirare i figli dall'istituto. Mercoledì l'ultimo atto: arriva la risposta del Ministero che solleva la maestra no-mask dall'incarico e mette la parola fine all'intera vicenda.

Sulla vicenda, il deputato di Forza Italia, Raffaele Baratto, si è espresso con queste parole: «Siamo in piena pandemia, non facciamo moralismi fini a se stessi, occorre responsabilità a tutela di se stessi e degli altri. Un ragionamento però più ampio deve portarci anche a riflettere sul fatto che la popolazione va ancora sensibilizzata sul pericolo di contagiosità di questo virus e sull’adesione quanto più ampia possibile alla campagna di vaccinazione. Un appello che, da cittadino e da deputato, faccio alle persone e agli amministratori, ma anche una esortazione al commissario Arcuri affinché alle regioni arrivino velocemente quante più dosi possibili di vaccino. Oggi, stando ai numeri forniti, facciamo 60000 vaccinazioni al giorno e siamo ancora completamente fuori dai piani presentati. C’è bisogno di buonsenso da parte dei cittadini ma anche di risposte rapide da parte della politica. Il virus corre veloce, noi dobbiamo anticiparlo se vogliamo sconfiggerlo».

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